[06/03/2009] Rifiuti

Nei supermercati Unicoop Tirreno al via la campagna per la vecchia ´sportina´ riutilizzabile

LIVORNO. Da Livorno un’iniziativa per anticipare l’obbligo di legge che dal 1° gennaio 2010 bandirà da produzione e commercio gli shopper tradizionali in plastica: Unicoop Tirreno presso l’Ipercoop “Fonti del Corallo” di Livorno e in collaborazione con la Provincia ha presentato oggi alternative eco-compatibili allo shopper di plastica. I clienti dell’Ipercoop di Livorno infatti, potranno scegliere e acquistare già da oggi le borse della spesa robuste, colorate, pratiche, riutilizzabili oltre a quelle in materiale biodegradabile di amido di mais (mater – bi).

«La Cooperativa- ha spiegato Silvia Ammannati responsabile Marketing strategico Unicoop Tirreno - si sta attivando per sostituire la plastica con materiali bio-degradabili e con borse riutilizzabili nel tempo. Ciò che però dovrà cambiare per prima cosa sono le nostre abitudini e Unicoop Tirreno si impegnerà proprio in questa direzione, con anticipo rispetto ai tempi indicati dall’Europa».

Con questa iniziativa la Coop, non solo ribadisce il suo impegno nella riduzione degli imballaggi ma lo rafforza attraverso l’accordo stipulato con la Provincia.
«E’ un’iniziativa importante – afferma Anna Marocco assessore provinciale all’Ambiente – che va a inserirsi nel progetto “Meno rifiuti”, la campagna provinciale di informazione per la riduzione dei rifiuti. Mi auguro che anche le aziende che si occupano della raccolta degli rsu siano coinvolte».

Dunque, l’obiettivo prioritario è proprio quello di indirizzare i soci e i consumatori verso l’abbandono delle vecchie abitudini (l’acquisto del sacchetto al momento della spesa) per abbracciarne di nuove (portare da casa la propria shopper).

«L’utilizzo per un anno di una borsa di stoffa - ha sottolineato Ammannati - può evitare fino a 2,5 kg di rifiuti di plastica. Il riutilizzo diventa così una strategia di riduzione dei consumi e dei rifiuti: tutti possiamo contribuire, con un piccolo cambiamento di abitudini, anche facendo la spesa».

E all’Ipercoop si può fare scegliendo una delle buste in esposizione, ma anche descritte negli appossiti depliant (purtroppo né in carta riciclata, né certificata Fsc) forniti nel punto vendita. Si va da quelle in cotone (coltivato utilizzando le metodologie dell’agricoltura biologica), in juta (ottenute riutilizzando i sacchi impiegati per il trasporto del caffè a marchio coop provenienti dal Brasile, Honduras, Nicaragua e Vietnam) fino alla busta biodegradabile e compostabile (che ha un costo di 10 centesimi) utilizzabile per la raccolta del rifiuto organico (da buttare nell’apposito cassonetto marrone).

Ma si può anche acquistare buste di treccia in polietilene, buste per il carrello e carrello della spesa entrambi realizzati in nylon che se pur molto resistenti purtroppo non derivano da materiale riciclato.

«In questa prima fase – ha ribadito Ammannati – l’obiettivo è quello di spingere i consumatore al riutilizzo della busta in cotone, juta o in polietilene. Vogliamo promuovere il riutilizzo e scoraggiare all’acquisto della busta anche di mater- bi che ha appunto un costo di 10 centesimi».
(es)

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