[06/03/2009] Parchi

I pigmei contro la riforma forestale della Rdc

LIVORNO. La Réforme forestière in discussione nella Repubblica democratica del Congo non piace alle popolazioni autoctone: i membri della “Dynamique des groupes des peuples autochtones” (Dgpa) si sono apertamente schierati contro il governo di Kinshasa con una lettera inviata al ministro dell’ambiente, José Endundo, e hanno indetto una conferenza stampa a Gombe, dichiarandosi delusi per la piega che ha preso il processo di revisione legale delle concessioni forestali «che è stato concepito senza tener conto degli interessi, dei diritti e degli usi delle comunità, in particolare di quelle indigene, vale a dire dei Pigmei, e senza una valutazione ambientale preventiva».

Il codice forestale ha ignorato i pigmei, che al pari delle comunità locali e fluviali, si sono visti privati dei loro spazi forestali vitali per la loro sopravvivenza fisica, culturale e spirituale.

Secondo la Dgpa queste aree «sono state allocate a degli sfruttatori forestali, senza pensare un solo istante a cosa accadrà ai loro ospiti centenari, anzi millenari, di queste foreste».

L’associazione dei popoli autoctoni congolesi accusa direttamente il Consiglio dei ministri della Rdc e alcuni esponenti del ministero dell’ambiente di fare dichiarazioni che tentano di silurare i risultati della commissione interdipartimentale sulla revisione legale delle vecchie concessioni forestali. La Dgpa sottolinea anche che «ritornare sul dibattito delle concessioni invalidate è semplicemente privo di senso. Ora basta. Perché non si deve cercare di allungare la lista delle concessioni illegali legalizzate».

Per il consulente giuridico dell’unione delle organizzazioni autoctone dei pigmei, Roger Muchaba, «Le imprese che hanno saccheggiato le risorse forestali congolesi non possono in alcun caso essere assegnatarie, ma devono essere tradotte davanti alla giustizia».

La Dgpa chiede al ministro dell’ambiente della Rdc di «notificare rapidamente tutti i concessionari le cui concessioni siano state invalidate per esigere che cessino immediatamente le loro attività nelle concessioni che sfruttano illegalmente; di applicare le decisioni di rifiuto delle richieste di conversione e di realizzazione delle vecchie licenze; di emettere un’ordinanza, prendendosi tutte le responsabilità del caso, per il mantenimento della moratoria durante almeno un decennio, in vista di esaminare le zonazioni forestali e per assicurare che l´amministrazione forestale abbia tutte le capacità per assicurare le riforme sul terreno».

Intanto, a Kinshasa si è tenuta la quarta riunione del Comité de direction du Fonds pour les forêts du Bassin du Congo che ha adottato 32 progetti per sostenere gli sforzi di salvaguardia degli ecosistemi forestali «divenuti ormai un patrimonio comune dell’umanità».

A quanto pare, mentre si continua a tagliare da una parte, si protegge dall’altra, grazie ai 220 milioni di dollari messi a disposizione da Gran Bretagna e Norvegia per sostenere le iniziative dei Paesi della Commission des forêts de l´Afrique centrale (Comifac).

I co-presidenti del Fondo per le foreste del Bacino del Congo, l’ex premier canadese Paul Martin e il premio Nobel per la pace 2004 Wangari Maathai, si sono detti particolarmente soddisfatti per la disponibilità dei 10 Paesi del Comifac (tra i quali la Rdc accusata dai Pigmei che detiene circa il 50% delle foreste del Bacino) a sostenere gli sforzi internazionali per la salvaguardia di una risorsa ormai essenziale per gli equilibri climatici dell’intero pianeta.

«Avete un hot spot mondiale, il mondo è pronto ad aiutarvi per gestire meglio queste risorse - ha detto la Wangari – Siamo stati veramente impressionati dai progetti innovativi sottoposti in gran numero al Fondo e siamo molto interessati alla capacità di trasformazione in riferimento alla riduzione della povertà, della deforestazione e alla realizzazione di un futuro sostenibile per le popolazioni del Bacino del Congo».

Poi, insieme a Paul Martin, ha ringraziato il ministro José Endundo per la calorosa ospitalità ed il governo della Rdc per aver organizzato logisticamente le visite sul territorio. Probabilmente Endundo, che ha illustrato il potenziale delle riforme messe in piedi dal governo nel settore forestale ed ha detto che «occorre che l’Africa parli con una voce forte ed unificata», ha evitato di portare gli illustri ospiti a parlare con i pigmei che vogliono difendere le loro vite difendendo la loro foresta.

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