[09/03/2009] Comunicati

Economia e sviluppo sostenibile della costa toscana: parla Lupi (Verdi)

LIVORNO. «Come iscritto ai Verdi non condivido l’idea di correre per il Comune di Livorno assieme a Sinistra Critica. Meglio soli allora Con Volpi (consigliere comunale dei Verdi di Livorno, ndr) c’è un buon rapporto, ma la sua scelta non è condivisa a nessun livello del partito». Firmato Mario Lupi, capogruppo Verdi in Regione Toscana, che parteciperà all´evento organizzato dall´Associazione la "sinistra per Livorno" sul tema “Economia e sviluppo sostenibile della costa toscana”, in programma stasera alle 21 al palazzo della Provincia. E al quale saranno presenti anche il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, Alessia Petraglia, presidente Gruppo Sinistra Democratica in consiglio regionale della Toscana; Marco Montemagni, pPresidente Gruppo Misto Consiglio regionale della Toscana.

«C’è bisogno innanzi tutto – spiega Lupi a greenreport – di capire cos’è oggi la sinistra. Noi abbiamo la volontà di ripartire da zero in questo contesto politico dove purtroppo i partiti non sono più quelli di una volta. Dobbiamo ripartire e secondo noi su tre punti importanti ricostruire la sinistra: la costituzione, l’antifascismo e la pace. Di questo vogliamo discutere con Martini. E dentro ci sta l’economia e il modello di sviluppo, perché oggi è inutile parlare di ambiente, anche da parte degli ambientalisti, se non incrociato con l’economia».

Un modello diverso di sviluppo che proporrete anche per la Provincia di Livorno?
«L’Eni di Stagno, la Lucchini di Piombino, la presenza storica della Solvay a Rosignano e in Val di Cecina: sono tutte realtà industriali di grandi dimensioni che seguendo le regole del mercato non tengono in giusta considerazione il territorio, secondo ferree logiche di impresa. Di questo si sono sempre lamentati i lavoratori e i sindacati mentre manca una strategia di impresa di lungo termine. Occorre metterci nella condizione di pensare anche al dopo, alle riconversioni, al futuro dell’economia e di uno sviluppo sostenibile della costa toscana. Manca una spinta in questo senso e noi vogliamo darla. Questa crisi è un’opportunità. Io non sono un economista, ma sul piano politico mi sento di dover dare queste indicazioni verso una green economy anche sulla costa toscana. Livorno e la sua provincia inoltre hanno una potenzialità enorme non sfruttata: Livorno guarda a due europe, quella fisica e quella mediterranea. E’ un front portuale marittimo di confine che ci mette in contatto con il mediterraneo e i suoi commerci ma anche con l’Europa politica. Una posizione strategica che va sfruttata».

Quali proposte fate per la riconversione della costa toscana verso un’economia più sostenibile?
«Il caso dell’Elecrtolux a Firenze è quello a cui pensiamo. Noi lo avevamo proposto anche per la Delphi e anche ai tempi per il Cantiere Navale di Livorno per il quale chiedemmo se non fosse un’opportunità quella di produrre pale eoliche e poi esportarle grazie al porto in tutto il mondo, ma non fummo minimamente ascoltati. Ora c’è Eni in crisi a Livorno e ci domandiamo come sia possibile visto i bilanci che presentano a livello nazionale e viene richiesta giustamente la salvaguardia dei posti di lavoro, ma bisogna guardare avanti a quando il petrolio scarseggerà sempre di più e magari pensare a una riconversione dello stabilimento verso tecnologie utili all’ambiente. La Toscana ha delle eccellenze anche da questo punto di vista, basti pensare che i binari del tram che sarà costruito in Turchia sono stati realizzati a Livorno. Questa è l’industria che va sostenuta. In un clima politico di maggiore tranquillità».

Si torna sul tema delle elezioni, per il Comune di Livorno lei ha detto che non è d’accordo con la scelta dei Verdi locali, mentre per la Provincia che succede? C’è anche il consigliere regionale Fabio Roggiolani che si è scontrato con i Verdi livornesi perché rei, a suo dire, di usare toni eccessivi nelle critiche all’amministrazione di Kutufà.
«Io sono stato 5 anni consigliere provinciale e poi assessore. Ora c’è Marrocco che sta facendo bene, mi pare che le cose stiano funzionando. L’idea è quella di stare insieme per lavorare con la sinistra, anche litigando, ma sempre insieme. Si litiga in famiglia non vedo perché non lo si possa fare in politica. Come del resto ho fatto io in consiglio regionale con Martini. E rivendico ad esempio il risultato ottenuto con il Pier, che non è stato un documento messo lì e al quale ci hanno chiesto solo di mettere una firma ma lo abbiamo discusso e riscritto tutti insieme ottenendo secondo me un buon risultato finale».

Colgo nelle sue parole anche un po’ di paura che i Verdi possano sparire. Le elezioni politiche hanno lasciato il segno?
«E’ evidente che sia così. Ma chi ha scelto di stare nei Verdi sa cosa voleva fare e cosa voleva dire. Secondo me la politica dei Verdi sta vincendo nei fatti, basta vedere nel tempo quanto le cose che dicevamo tanti anni fa oggi siano praticate, poi però bisogna anche saper amministrare e trovare per questo le persone giuste. Oggi tutti bene o male fanno riferimento all’ambiente, la pubblicità si tinge di verde per reclamare tutto, anche il nucleare te lo vogliono vendere come verde. Il nostro compito quindi diventa quello di scegliere cosa è buono e cosa non è buono in un contesto che è cambiato. Si punta sulla qualità della produzione e della vita perché in questo senso i tempi sono maturi, ma senza pregiudizi e senza sentirsi portatori di verità».

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