[09/03/2009] Acqua

Napoli (forse) come Parigi: tornerà all´acqua pubblica

FIRENZE. Napoli come Parigi, tornerà all’acqua pubblica? Presto per dirlo ma i segnali che vengono dal nuovo assessore al bilancio dell’amministrazione comunale Riccardo Realfonso vanno in questa direzione. Infatti l’assessore ha dichiarato di non voler né svendere né privatizzare i servizi pubblici e in particolare la risorsa acqua, posizione in netto contrasto con la proposta del progetto di multiutility del cosiddetto "Polo energetico" effettuata dal predecessore di Realfonso.

Del resto nonostante la legge 133/08 vada nella direzione della privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali, è ancora possibile per l´ente locale gestire l´acqua nell´ottica del servizio pubblico, ossia con la gestione diretta da parte degli enti locali.

Esulta per la notizia e nello stesso tempo chiede fatti concreti il Coordinamento regionale campano per la gestione pubblica dell´acqua: «Pensiamo che la scelta dell´affidamento ad un’Azienda speciale consortile sia quella realmente rispondente ad una gestione pubblica del servizio idrico, a differenza dell´affidamento ad una SpA anche se “in house”o ad Srl.

Le ragioni sono sostanzialmente due: la prima di carattere “pratico” è relativa al fatto che la scelta della SpA “in house”, per la sua natura ambigua, di essere contemporaneamente società di diritto privato e organo dell´Amministrazione pubblica, è sottoposta a molte verifiche e contenziosi ed obbligata a produrre utili. Lo dimostra, ad esempio- continuano dal Coordinamento campano acqua pubblica- il provvedimento di indagine disposto dall´autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici di lavoro su tutte le 64 Spa a totale capitale pubblico che gestiscono il servizio idrico nel nostro Paese, secondo il quale solo 5 Spa in house su 61 risultano a norma di legge. La seconda ragione è che stare nell´ambito del diritto pubblico o in quello privato non è assolutamente la stessa cosa in termini di conseguenze per chi usufruisce del servizio: essere azienda di diritto privato significa dover rispondere all´obiettivo di produrre utili, mentre un ente pubblico assume come vincolo il pareggio di bilancio. Il che, per esempio, non è decisamente indifferente nella fissazione dell’andamento tariffario, a partire dal riconoscimento della remunerazione del capitale aziendale investito in una misura pari al 7%, e, più in generale, per l’insieme delle scelte gestionali che un’azienda deve assumere».

Dopo il messaggio venuto dalla capitale francese dove hanno sede legale le maggiori multinazionali che gestiscono l’acqua in varie parti del mondo non sarebbe male avere una risposta dal Sud del continente e dal nostro paese in particolare. Ovviamente è doveroso sempre ricordare a nostro avviso, che avere una gestione pubblica della risorsa idrica è condizione necessaria ma non sufficiente ad avere un governo della risorsa idrica efficiente e sostenibile. E’ indispensabile avere anche un sistema di controllo e regolazione autonomo e rigoroso scientificamente e la partecipazione effettiva dei cittadini semplicemente restituendo maggior voce in capitolo ai consigli comunali.

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