[09/03/2009] Comunicati

L’Ue stanzia 105 miliardi per la “green economy”

LIVORNO. Il commissario europeo per le politiche regionali, Anuta Hübner, ha annunciato oggi un investimento da 105 miliardi di euro per la “green economy”, da finanziare con la politica di coesione dell´Ue. Il finanziamento, che rappresenta oltre il 30% del bilancio della politica regionale per il periodo 2007-2013, dispone di una solida base per la creazione di posti di lavoro e dà un notevole impulso ai progetti di regioni e città per tentare di mantenere la leadership mondiale europea nel campo delle tecnologie verdi.
La Hübner ha detto che «Il sostegno all’economia verde e all´ambiente va di pari passo con la politica di coesione e si prefigge l´obiettivo di conseguire una crescita sostenibile, l´occupazione e la competitività. In un difficile clima finanziario, questo investimento sarà determinante nella creazione di occupazione a lungo termine e rilanciare le economie locali, e sarà alla base dell´impegno dell´Unione europea per la lotta contro il cambiamento climatico».

I 105 miliardi destinati ai progetti per la “green economy” ed i posti di lavoro verdi sono una cifra quasi 3 volte superiore a quella assegnata al settore nel bilancio 2000-2006. 54 miliardi serviranno ad aiutare gli Stati membri a conformarsi alla normativa comunitaria in materia ambientale. 28 miliardi andranno al miglioramento della gestione delle acque e dei rifiuti. Romania e Bulgaria sono i due Paesi Ue che stanno investendo la più alta percentuale dei fondi della politica di coesione in progetti che riguardano l’ambiente: rispettivamente il 45% e il 42% della loro dotazione.

L´Ue mette in campo quindi altre risorse per rispettare i suoi ambiziosi obiettivi del “Pacchetto clima-energia 20 – 20 – 20”. 48 miliardi di euro sono destinati a misure per il raggiungimento degli obiettivi climatici e per la creazione di una economia a basso tenore di carbonio: 23 miliardi andranno alle ferrovie, 6 miliardi al trasporto urbano pulito, 4,8 miliardi per le energie rinnovabili e 4,2 miliardi per l´efficienza energetica.
La politica di coesione vuole anche contribuire «a creare nuove aperture di mercato per le economie locali, permettendo loro di cogliere le opportunità create dalla necessità di affrontare i cambiamenti climatici come nuovi fonti potenziali di crescita – si legge in una nota della Commissione Ue - Quasi la metà degli Stati membri (Austria, Bulgaria, Repubblica ceca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Regno Unito) hanno integrato gli indicatori per la riduzione delle emissioni di gas serra nella loro politica dei programmi coesione. La Francia, per esempio, ha sviluppato un unico strumento di valutazione del carbonio per monitorare le emissioni di CO2 prodotte da tutti i progetti finanziati con il sostegno dell´Ue».

Tra le priorità per il sostegno alle regioni figura la promozione dell´eco-innovazione e di nuovi posti di lavoro per i "colletti verdi", soprattutto nelle piccole e medie imprese. Con 3 miliardi di euro la politica di coesione contribuisce alla promozione di prodotti ecologici e dei processi produttivi nelle Pmi. «Uno degli obiettivi chiari del finanziamento per la ricerca e l´innovazione – spiega la Commissione Ue - è quello di stimolare gli investimenti in generale delle tecnologie verdi. Lahti Cleantech cluster, in Finlandia, è un buon esempio di questo tipo di sostegno. La Community´s investment in (1,5 milioni di euro) con questo progetto ha incoraggiato l´innovazione e lo sviluppo delle tecnologie ambientali, riunendo le piccole e grandi imprese, le organizzazioni educative e le autorità regionali. I risultati parlano da soli: 170 nuovi posti di lavoro sono stati creati 20 new clean-tech companies sono state realizzate nella regione di Lahti e il progetto ha attirato in totale più di 30 milioni di euro».

Sono 455 programmi operativi sono la "green-proofed" al centro della politica di coesione: prima della loro approvazione da parte della Commissione europea, gli Stati membri devono presentare una valutazione ambientale strategica al fine di garantire il rispetto dei loro programmi Ue in materia ambientale. Una valutazione di impatto ambientale deve essere effettuata anche per alcuni sistemi di finanziamento comunitario, per esempio grandi progetti di trasporto.

Secondo la Commissione si tratta di «Una politica flessibile per adattarsi alle sfide complesse. La sfida ambientale non rispetta i confini nazionali. La politica di coesione, con le sue numerose cooperazione transfrontaliera, transnazionali ed interregionali dei programmi, è in grado di offrire una base importante per i nuovi tipi di cooperazione. Ad esempio, la Ue Balti Sea region strategy è la prima strategia europea a livello di "macro-regione" che coinvolge i paesi vicini come la Russia. Uno dei suoi principali obiettivi è quello di migliorare lo stato ambientale del mar Baltico».

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