[11/03/2009] Energia

Fallisce il marketing nucleare della Russia: le centrali atomiche galleggianti le farà in Iakutia

LIVORNO. La Russia ha deciso di costruire quattro centrali nucleari galleggianti in Iakutia, o meglio in quella che ora si chiama repubblica autonoma di Sakha , che occupa quasi tutta le Siberia orientale. Un portavoce della presidenza della repubblica russa ha detto a Ria-Novosti che le quattro centrali galleggianti dovrebbero entrare in attività tra il 2013 ed il 2015 e che diversi ministri iakuti e il monopolista statale delle centrali nucleari, Rosenergoatom, hanno avviato la redazione di “passaporti” energetici per i 4 siti che dovrebbero ospitare le centrali nucleari galleggianti.

Secondo il portavoce «La realizzazione di questo progetto ridurrà notevolmente i costi della fornitura di combustibile destinato alla rete energetica esistente e aumenterà la qualità e l’affidabilità dell’approvvigionamento energetico, tenendo conto dello sviluppo industriale del nord della Iakutia». Gli investimenti per la flotta delle centrali nucleari iakute sono attualmente previsti a 30 miliardi di rubli (675 milioni di euro) che dovrebbero arrivare attraverso un sistema pubblico-privato (anche se l’energia russa di privato ha veramente poco)che attingerà ai fondi di investimento della Federazione russa, utilizzando i fondi di Rosenergoatom e quelli di investitori privati.

Le centrali nucleari galleggianti costeranno in realtà almeno 9 miliardi di rubli (352 milioni di dollari – prezzo 2008) avranno due reattori nucleari ad uranio arricchito ad un massimo del 20% ed una potenza di 70 megawatt, le stazioni offshore dissaleranno anche l´acqua del mare e a chi pone problemi di sicurezza i funzionari russi rispondono che i reattori nucleari, già usati dai rompighiaccio, sono abbastanza robusti da resistere ad un terremoto e che il reattore che alimentava il sommergibile nucleare Kursk, affondato nel 2000 provocando la morte di 118 membri dell’equipaggio, è rimasto intatto malgrado l’esplosione che ne ha causato l’inabissamento.

Quello che manca sono specialisti in questo nuovo settore nucleare ed occorre velocemente formare per ognuna delle centrali circa 470 persone che secondo il governo della repubblica autonoma di Sakha dovrebbero lavorare sulle navi nucleari. In verità le quattro centrali galleggianti piazzate in Iakutia sono la spia di un insuccesso del marketing nucleare dello Stato-mercato energetico russo che aveva pensato al nucleare galleggiante soprattutto per esportare le navi-centrali in Asia, Africa ed America latina. La Russia ha iniziato a costruire la prima centrale nucleare galleggiante, la “Academician Lomonosov”, in una località “segreta” della costa artica russa, che tutti sanno essere vicino ad Arkhangelsk e Severodvinsk dove ci sono stati già 4 incidenti nucleari nell’impianto di Zvezdochka.Qualche tempo fa Ria-Novosti ha pubblicato un “infographic” (nell´immagine) che portava il costi della Academic Lomonosov, un incrocio tra una nave da crociera fatta con il lego e un magazzino portuale, a circa 10 miliardi di rubli (270 milioni di euro), mentre le centrali costruite in serie dovrebbero costare, chiavi in mano, tra 135 e 170 milioni di euro, come si vede anche i prezzi sono flottanti. La prima nave-centrale dovrebbe essere comunque pronta entro il 2010, dopo è prevista la costruzione di altre 6 centrali galleggianti, presentate come il sistema più semplice per fornire energia ad intere regioni in via di sviluppo con scarsità di combustibili fossili e senza rischiare l’effetto Iran di una loro proliferazione nucleare “autonoma”.

Ria-Novosti sottolineava che «Più di una ventina di Paesi hanno manifestato il loro interesse per questo progetto russo unico nel suo genere. Una cooperazione in questo settore è possibile con l’India, la Cina, l’Indonesia, ma anche con alcuni Paesi dell’Africa e dell’America latina». Qualche mese fa Yevgeny Velikhov, uno di principali fisici russi, diceva alla Reuters: «sarà come ordinare un velivolo. Desiderate una centrale nucleare? Allora ordinatene una» e Rosenergoatom assicurava che stavano arrivando numerose richieste di acquisto da molti Paesi.

Ora si scopre che la campagna vendite internazionale non è andata bene e che tutte le prime centrali finiranno nell’estremo nord della Russia asiatica per un utilizzo interno in aree ambientalmente e climaticamente difficilissime. Una scelta che farà ancora rizzare di più i capelli in testa a Ivan Blokov, direttore di Greenpeace Russia che diceva già al momento del suo avvio: «questo è il progetto più pericoloso che sia stato lanciato dal settore atomico in tutto il Mondo. È spaventoso perché questo sta diventando di fatto la realizzazione di una bomba atomica di galleggiante». Ora ne ha 4 pronte per essere piazzate nei freddi mari siberiani, destinati a diventare uno dei punti più caldi del confronto geo-politico per il possesso delle energie e per il controllo dei traffici marittimi mondiali.

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