[11/03/2009] Acqua

Gli Usa minacciati dalla crisi dell’acqua

LIVORNO. Nessuno pensa agli Stati Uniti d’america quando si evocano gli scenari della siccità del riscaldamento globale, eppur, una carenza d’acqua potrebbe mettere in pericolo il già vacillante stile della ”american way of life”.

Secondo Emmanuel Petrella, un ricercatore dellò’Istituto europeo per le ricerche sulle politiche dell’acqua che ha redatto il rapporto “I grandi malati dell’acqua: gli Stati Uniti”, «La crisi idrica negli Usa è un fatto. Un fatto lontano dall’essere apprezzato nel suo giusto valore dall’opinione pubblica americana, ma ben reale. Dopo la fine degli anni ’70, le riserve naturali di acqua dolce oltre Altlantico si vanno esaurendo. Le siccità di ordinaria frequenza negli Stati del sud-ovest americano sono sempre più lunghe e severe e toccano ormai tutte le regioni dell’est e del nord-ovest, naturalmente ricche d’acqua. E la penuria è tanto quantitativa che qualitativa.

Gli Usa sono al quarto posto al mondo per quantità di acqua rinnovabile, ma il sovra-consumo ed il supersfruttamento hanno ridotto anche queste risorse rinnovabili ed alcune sono “moribonde” .

I settori più ingordi d’acqua sono le centrali termoelettriche e l’irrigazione per l’agricoltura intensiva, che insieme rappresentano il 70% dei prelievi di acqua dolce. Il consumo idrico delle famiglie Usa è il 13% del totale, ma è anche un record mondiale irraggiungibile: uno statunitense usa in media 700 litri di acqua al giorno, con punte di 1.320 litri registrati a Palm Springs, in pieno deserto della California.

Un europeo consuma in media 175 litri al giorno, un africano 10 litri.
Per soddisfare questi bisogni l’acqua “rinnovabile non basta più: per dissetare Phoenix in Arizona, si sta emungendo l’acquifero di Ogallala ad una velocità 14 volte superiore alla sua capacità di ricarica naturale. Il lago Mono, che alimenta Los Angeles, sta sparendo poco a poco e subirà la stessa sorte del suo vicino, il lago Owens, scomparso alla fine degli anni ‘30.

Nel 2007 la siccità ha gettato la Georgia in un caos senza precedenti e si temeva il completo disseccamento dell’enorme bacino artificiale del lago Lanier, 15.000 ettari, che alimenta di acqua dolce i 3 milioni e 800 mila persone di Atlanta.

Anche la qualità dell’acqua sta diminuendo paurosamente: si scoprono sempre più inquinanti chimici, la maggior parte di origine agricola e dovuti all’uso massiccio di fertilizzanti e pesticidi che sono aumentati del 50% negli ultimi 30 anni. L’inquinamento da azoto è ormai cronico nella quasi totalità degli Stati Usa nonostante esista la “norma NOx (approvata nel 1971, e rivista nel 1984) che fissa limiti per l’azoto, secondo la Environment protection agency (Epa), oltre 30 milioni di americani utilizzano quotidianamente acqua inquinata, inoltre le infrastrutture idriche obsolete (proprio come in un qualsiasi Paese in via di sviluppo) rilasciano nell’acqua piombo ed altri metalli pesanti.

Nel 2003 il Natural Ressources Defense Council ha fatto un impietoso bilancio della qualità dell’acqua in grandi città americane come Boston, San Francisco e Phoenix e, anche se I limiti dell’Epa sono molto meno severi di quelli europei, Boston e Phoenix non rispettavano le leggi federali Usa per scarichi urbani e controlli per l’acqua potabile.

In questo scenario preoccupante, le amministrazioni locali Usa sembrano sempre meno in grado di gestire il ciclo delle acque e non hanno soldi per rinnovare le infrastrutture idriche. L’85% del ciclo delle acque è ancora, in vari modi, in mani pubbliche, ma sempre più imprese europee si propongono agli americani come gestori con un miglior know how tecnologico.

Secondo Petrella, «Se gli Usa sono in grado di garantire il loro fabbisogno idrico per i prossimi 20 anni, si potranno comunque verificare conflitti e tensioni riguardanti la ripartizione delle risorse. Tuttavia, le scelte ambientali di Barak Obama e del suo team potrebbero attenuare la crisi, o addirittura fermarla». Con il suo Piano, il presidente Usa ha stanziato 7,22 miliardi di dollari per l´Epa, 4 miliardi dei quali proprio per l’acqua ed anche la nuova direttrice dell’Agenzia, Lisa Jackson, è una specialista nel trattamento delle acque e dei rifiuti.

Barack Obama sembra anche determinato a salvare i Grandi Laghi ed il suo budget per il 2010 prevede 475 milioni di dollari per decontaminazione dei sedimenti, riduzione delle fonti inquinanti e barriere per le specie invasive in questa immensa frontiera idrica con il Canada.

Probabilmente la carenza d’acqua metterà in crisi i lussureggianti boulevard di Los Angeles, i verdi campi da golf nella desertica Arizona e le altissima fontane danzanti di Las Vegas.

«Pensate alla California del futuro – dice said Heather Cooley del California water think tank del Pacific Institute – L’acqua ha fatto nascere foglie Verdi nelle aride valli desertiche di Los Angeles e riempito la Nazione con il più grande raccolto di frutta e verdura. Ogni volta l’acqua era sempre più necessaria, un altro megaprogetto è stato costruito, con dighe sui maggiori fiumi e canali in tutto lo Stato. ma questi metodi sono prossimi alla loro fine. C’è ancora una quantità molto piccola di acqua non utilizzato e il global warming, la crescita graduale delle temperature e della CO2 e di altri gas serra che mantengono il calore del sole, ha creato nuove incertezze».

Nel 2008 gli agricoltori della California hanno perso più di 300 milioni di dollari e quest’anno, visto che il loro principale fornitore federale ha detto che non darà una goccia d’acqua, le perdite potrebbero salire di 10 volte, con 95.000 persone che perderanno il loro posto di lavoro.

«Aggiungete acqua e avrete immediatamente una buona vita – dice James Powell, autore di "Dead Pool", un libro sul riscaldamento globale e l’acqua nel west Usa - In questi ultimi anni, gli Stati più aridi, Arizona, Utah e Nevada, sono stati quelli a più rapida crescita. E qesto si sa che non è sostenibile».

La California, l’ottava potenza economica del mondo, uitilizza tanta acqua che basterebbe a sommergere per trenta centimetri il confinante Stato di Washington con un piede (30 cm) di esso.
Circa l´80% è utilizzato dalle aziende agricole per produrre lattuga, riso ed agrumi.

Intanto le nevi ed i ghiacciai che forniscono l’acqua alla California stanno diminuendo a vista d’occhio: entro il 2050 le Sierras avranno tra il 25 e il 40% di neve in meno.

Fino ad ora le dighe sono state usate come un costoso “proiettile d’argento” contro i vampiri dell’acqua, ma fra poco potrebbero non esserci più le piogge per riempirle.

Torna all'archivio