[12/03/2009] Comunicati

Legambiente, Alt e Cgil presentano il piano anticrisi per la Toscana

LIVORNO. Legambiente e Cgil Toscana, assieme ad Alt, declinano a livello regionale il piano anticrisi presentato due giorni fa dalle rispettive organizzazioni nazionali. Secondo il piano presentato oggi dalle tre organizzazioni basterebbe investire 374 milioni di € all’anno, per cinque anni, nella riconversione ecologica del sistema produttivo toscano, per ottenere più di 15.000 nuovi posti di lavoro, innovando in profondità piani industriali, logiche di processo e di prodotto, risparmiando energia (435 Ktep all’anno pari a 1.000 tonnellate di petrolio equivalente) e contraendo quindi significativamente le emissioni di gas-serra (riduzione stimata di CO2: 2.000 tonnellate/anno).

E di fatto questa è la scelta obbligata secondo Legambiente, Alt e Cgil, perché, sottolineano, «non stiamo vivendo una crisi congiunturale, ma una recessione strutturale di proporzioni inedite e dai contorni a dir poco drammatici. Prato e Piombino sono lì a testimoniarlo». Per questi motivi, il sistema toscano deve muoversi ed agire subito, affinché non si paghino prezzi sociali devastanti. E inoltre la crisi può essere vista anche come una straordinaria opportunità per porre le basi per un nuovo modello di sviluppo e quindi per un futuro più sostenibile.

«Non inganni il dato dell’aumento al ricorso della Cassa integrazione guadagni ordinaria in Toscana (mediamente nella fascia inferiore delle Regioni a febbraio: comunque + 394%)– ricordano le tre organizzazioni- perché in molti settori e aziende la cassa integrazione non è prevista e nel 2009 andranno a casa 40.000 persone senza alcuna retribuzione». Quindi la strada è una e una sola: «Scommettere sul futuro della Toscana investendo in ambiente e lavoro, affinché la crisi economico/finanziaria non diventi crisi sociale».

Gli interventi che vengono indicati nel piano, prevedono investimenti in ricerca scientifica e tecnologica, una misura che potrà dare risultati certi nel medio e lungo periodo; nella riconversione ecologica del sistema produttivo (industriale, artigianale e agricolo) che ha il vantaggio di agire sulla struttura produttiva esistente e dare risultati subito, sia in termini di forza lavoro che sul versante dell’adattamento e della riduzione dei cambiamenti climatici; nella promozione di un nuovo modello energetico (basato su un mix virtuoso fatto di: risparmio energetico, sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e di sistemi trasportistici sostenibili).

Contemporaneamente, secondo le tre organizzazioni, la Regione Toscana deve rafforzare e accelerare i tempi di azione, per le misure a sostegno delle famiglie e dei lavoratori: lanciando l’idea del trasporto pubblico locale gratuito per alcune fasce di utenza e, contemporaneamente, l’aumento del bollo auto sulle grandi cilindrate; allargando la cassa integrazione a settori che oggi ne sono privi; sostenendo i mutui per la casa; favorendo sgravi sulle tasse scolastiche/universitarie per le fasce sociali più deboli.

Riguardo alle risorse, secondo Legambiente, Alt e Cgil, possono essere agevolmente attivate dai Progetti integrati regionali (Pir) e dai Fondi europei, in modo coordinato e integrato, attuando misure di fiscalità ambientale sulle emissioni di gas serra e sul consumo di suolo, emettendo obbligazioni regionali (già previste dalla riforma del Titolo V della Costituzione, 2001), con un giusto dosaggio tra uso del risparmio e del debito

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