[13/03/2009] Urbanistica

Piano casa, la proposta alternativa di Legambiente e Ance

LIVORNO. Legambiente ha organizzato oggi un sit in di fronte a Palazzo Chigi, dove era in corso il consiglio dei ministri in cui si discuteva la prima bozza del piano casa, che prevede una profonda deregulation nel settore dell’edilizia privata; per dire no agli abusi edilizi e allo spreco del suolo e per ribadire il sì all’innovazione edilizia in nome dell’efficienza energetica.

In questa ottica, sempre oggi, Legambiente ha presentato in una nota congiunta assieme ad Ance (l’associazione dei costruttori edili) una proposta alternativa, in cui viene condivisa la necessità di riqualificare e rinnovare il patrimonio edilizio individuando provvedimenti immediati ed efficaci anche per la loro possibile funzione anticongiunturale.

Un´azione che deve avvenire nell´ambito di una politica industriale del settore delle costruzioni che migliori la qualità del prodotto, sostenga la professionalità e la competenza degli attori del processo, stimoli l´interesse e la sensibilità dei consumatori verso prodotti di qualità.

Nei maggiori Paesi industrializzati, e in particolar modo nei principali Paesi Europei – proseguono nella nota le due associazioni - il percorso più efficace individuato è di legare la riqualificazione del patrimonio immobiliare ad obiettivi di efficienza energetica e di diffusione dell´uso delle fonti rinnovabili.

Un obiettivo ribadito dalla nuova direttiva (91/02) in discussione al Parlamento europeo che ne prevede l´applicazione in tutti gli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e uno dei “mercati di punta” dei prossimi anni su cui scommette la Commissione europea per sviluppare innovazione, muovere nuove filiere produttive, ridurre il consumo di energia da fonti fossili e di provenienza estera, contribuire alla riduzione delle emissioni di Co2 e, per il nostro Paese, contenere le sanzioni previste dal protocollo di Kyoto e dal pacchetto energia-ambiente.

Per queste ragioni, Ance e Legambiente ritengono fondamentale che il provvedimento, che il Governo si appresta a varare, promuova interventi che contribuiscano a rendere più efficiente e di qualità il patrimonio edilizio italiano e suggeriscono che gli aumenti di cubatura previsti siano legati ad obiettivi di risparmio e di riqualificazione energetica anche, dove tecnicamente possibile, attraverso l´uso di energie da fonte rinnovabile.

«L´efficienza ed il miglioramento delle prestazioni energetiche del patrimonio esistente e delle demolizioni e ricostruzioni, così come per le nuove costruzioni - scrivono Ance e Legambiente - deve costituire non solo un obbligo, in assolvimento agli impegni internazionali assunti, ma una scelta politica con cui riqualificare il patrimonio immobiliare e sostenere, anche con adeguati incentivi - volumetrici od economici - l´innovazione del settore».

La semplificazione degli adempimenti in materia edilizia è un obiettivo condiviso, e viene riconosciuto che il fatto che la pubblica amministrazione, spesso non sia in grado di rispondere nei tempi previsti dalle leggi, è una delle debolezze che non si riscontra solo nel settore delle costruzioni. La soluzione, deve però consentire un percorso che premi la qualità degli interventi e la professionalità degli operatori, «definendo certezze più che deregolazioni generalizzate».

Le due associazioni ritengono anche che debba essere avviato un confronto con le Regioni, sia per verificare esperienze già avviate sul territorio, sia per valutare le modalità con cui disciplinare la realizzazione degli interventi, che – sottolineano - «non possono semplicemente aggiungere nuovi volumi, ma debbono definire con chiarezza le tipologie di intervento, i caratteri, le aree e le categorie in cui è permesso od in cui è escluso».

Perché non è ritenuto nell´interesse di nessuno realizzare manufatti di scarsa qualità, mentre è invece di tutti l’obiettivo di cogliere l’opportunità che dalla riqualificazione del patrimonio edilizio possa venire «una nuova qualità del progettare e del costruire che permetta a tutti - architetti, imprenditori, enti locali - di valorizzare un settore tanto importante per l´economia italiana, ma soprattutto di valorizzare l´identità del paesaggio e delle città italiane».

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