[16/03/2009] Comunicati

Il lavoro e l´ambiente in Toscana

FIRENZE. Tre soggetti diversi come Ambiente e Lavoro, CGIL e Legambiente toscani decidono di agire insieme contro la crisi economica e per il lavoro. Scommettono sul futuro e sull’ambiente perché la crisi finanziaria non diventi crisi sociale. Non è poco che insieme sostengano la riconversione ecologica dell’economia regionale e per dirla con Epifani “superare la storica diffidenza che c’è tra sindacato e ambientalisti”. Ci provano proponendo di investire 374 milioni di € l’anno (dal Bilancio della Regione e altrettanti da parte delle imprese), per cinque anni, nel sistema produttivo per ottenere oltre 15.000 nuovi posti di lavoro (2.000 in indotto diretto e senza considerare l’indotto indiretto), innovando piani industriali, linee di processo e di prodotto, risparmiando energia e riducendo le emissioni di gas-serra.

Non si limitano a “dare i numeri” (come è diventato costume “politico” fare) ma affrontano questioni di governance senza le quali è impossibile realizzare qualunque tipo di investimento e le cifre diventano pura testimonianza o promessa velleitaria, beffa per chi ha perso il lavoro o sta per perderlo. Da qui la proposta di usare 1.869 ml. di € in 5 anni (poco più del 2% del PIL toscano; media annua 0,4 del PIL, circa un terzo delle spese “libere” del Bilancio della Regione Toscana 2008 e 1/7 del totale PIR 2008) da attivare in modo integrato da PIR, Fondi europei, PIER e PIT per configurarsi come manovra anticrisi agendo sulla domanda di investimenti e su quella finale senza protezionismo.

Si concentrano sulla riconversione ecologica del sistema produttivo (industriale, artigianale e agricolo) e il risparmio energetico con il vantaggio di agire sull’ esistente e dare risultati subito, sia in termini di occupati che di lotta ai cambiamenti climatici. Spingono per politiche strutturali di più lungo termine (ricerca scientifica e tecnologica, un nuovo modello energetico basato su un mix virtuoso di fonti energetiche rinnovabili e di trasporti sostenibili) e politiche sociali con un pragmatico dosaggio tra risparmio e debito.

Gli interventi così programmabili nell’industria, nel civile e nel terziario, nella formazione professionale, in agricoltura, nelle PMI sarebbero oltre 80.000. Al risparmio in mix energetico (circa il 4,2%dei consumi interni lordi della Toscana) aggiungono un 4,4% annuo da manutenzione per ogni ktep di consumo energetico domestico e un 45% di risparmio su ogni Ktep per usi termici e sanitari degli edifici. Va inoltre considerato che il costo risparmiato dell’energia è disponibile per altri investimenti e nuova occupazione e mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.

Ma la questione politica rilevante è: chi attiverà le necessarie sedi regionali e locali di contrattazione e concertazione? E cosa faranno i nostri nel caso in cui non vengano ascoltati? Cosa possibile, anzi probabile, nel marasma politico e elettorale.

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