[16/03/2009] Acqua

ControForum a Ban Ki-Moon: Ritiri il suo sostegno al Consiglio mondiale dell´Acqua

FIRENZE. Come ogni vertice che si rispetti anche il Forum Mondiale dell’Acqua ha la sua contromanifestazione, con l’obiettivo principale di fare “luce” sull’attività e il ruolo del Consiglio Mondiale dell’acqua. A tal proposito stasera un gruppo di 118 organizzazioni da 33 Paesi presenterà ai partecipanti al Forum ´´ufficiale´´ copia di una lettera indirizzata al segretario generale dell´Onu, Ban Ki-Moon (Nella foto), in cui si chiede al capo dell´Onu di ritirare il proprio sostegno al Consiglio mondiale dell´Acqua del quale si mette in dubbio la legittimità e la trasparenza. Tra gli altri obiettivi del ControForum, quello di rielaborare la Carta di Città del Messico sottoscritta nel 2006 durante il precedente Forum alternativo da migliaia di organismi e movimenti di tutto il mondo, dove vengono affermati principi, proposte ed azioni globali per la difesa dell’acqua Bene Comune.

Le attività del ControForum, hanno avuto un prologo importante: il 14 marzo proprio durante la giornata internazionale contro le dighe, la carovana dei Movimenti per l’acqua diretta ad Instanbul, ha incontrato nella regione di Diyarbakir nel Kurdistan turco, Leyla Zana, leader kurda che si batte da tempo per l’affermazione dei diritti del suo popolo. In questa regione la questione Kurda si intreccia con il problema della risorsa idrica. Il governo turco ha predisposto un Piano che prevede la costruzione di oltre 40 dighe sul fiume Tigri. Ricordiamo che siamo in un territorio strategico al confine tra Iran, Iraq e Siria molto sensibile sul piano degli equilibri internazionali e per il controllo delle risorse idriche ed energetiche «quindi- dichiarano dal Comitato Italiano per il Contratto Mondiale dell’Acqua- questo piano non serve alla produzione di energia bensì al controllo strategico del territorio e delle popolazioni che lo abitano, i kurdi».

Una delle dighe in questione è quella di Ilisu che causerebbe lo sfollamento di 75.000 persone e l’allagamento di siti storico-archeologici di notevole pregio: «In merito la Carovana – continuano dal Comitato Italiano per il Contratto mondiale dell’Acqua- si è confrontata con l’Associazione per salvare Hasankeyf e con il neo-costituito Forum Sociale della Mesopotamia con i quali è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento del progetto e delle cause legali promosse dai movimenti». Tra l’altro la banca Italiana Unicredit, tra i potenziali finanziatori del progetto, è stata oggetto di denuncia da parte della popolazione dei villaggi che verrebbero allagati (la causa è seguita da avvocati Kurdi ed italiani). Dalla protesta alla proposta: i Movimenti della carovana per l’acqua hanno espresso a Leyla Zana la volontà di realizzare a Diyarbakir un’ Accademia per la Pace «come luogo di incontro e confronto tra diverse culture e finalizzata a trovare proposte concrete per percorsi di pace e dare soluzione agli attuali conflitti. Nell’Accademia per la pace dovrebbe trovare un posto molto importante la sezione sull’acqua al fine di far diventare questo bene uno strumento di pace tra i popoli e di democrazia» concludono dal Comitato Italiano per il Contratto Mondiale dell’Acqua.

Tra i prossimi appuntamenti di rilievo per la settimana del Controfurum, martedì 17 la Carovana parteciperà ad Hasankeyf alla manifestazione a difesa della città e delle comunità di quella regione e il 19 marzo si terrà un seminario fra le grandi reti mondiali in difesa dell’acqua (la neonata Rete Europea, il Forum Italiano dei Movimenti dell’Acqua, Blue Planet, il Trans National Institute e la Red Vida) durante il quale per la prima volta è prevista la partecipazione del presidente dell´Assemblea generale delle Nazioni Unite, Miguel d’Escoto.

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