[17/03/2009] Parchi

Nulla di nuovo ( e di buono) per i parchi

PISA. Alle critiche rivoltegli qualche giorno fa in Sicilia il ministro Prestigiacomo ha risposto che lei a differenza di Pecoraro Scanio ha sbloccato 3 rigassificatori. Tra i si che si preannunciano ce ne sono di quelli che all’ambiente non riservano purtroppo nulla di buono, cemento a parte.
In lista d’attesa ci sono da tempo, ad esempio, i parchi che il ministro finora ha snobbato non incontrando dopo oltre un anno dal suo insediamento neppure la loro rappresentanza, cosa che nessun ministro si è permesso di fare con i comuni, le province o le regioni. In compenso aveva accolto la richiesta di Federparchi di convocare la Terza Conferenza nazionale dei parchi che appare però già dimenticata e accantonata.

Non sono stati accantonati invece i commissariamenti anche i più sorprendenti come quello in Abruzzo dove il giornalista Diaconale –si dice in difficoltà nei suoi rapporti con un giornale della premiata ditta berlusconiana che non andrebbe a gonfie vele- è stato piazzato alla presidenza di un importante parco nazionale. L’Abruzzo è la regione più ricca -e non solo per storia – di parchi soprattutto nazionali dove la competenza è decisiva. Basterebbe ricordare alcuni nomi di presidenti e direttori presenti e passati per averne conferma , ma evidentemente i criteri di scelta ministeriali se ne infischiano altamente di queste quisquiglie. Un si dunque ma a una pessima scelta che mortifica i parchi e le istituzioni.

Da alcuni mesi sono riprese inoltre, per iniziativa del ministero -o senza che esso mostri qualche preoccupazione- manovre varie per riaprire carceri a caserme in isole dove operano parchi nazionali come all’Arcipelago Toscano, alla Maddalena o l’Asinara. Qui qualche bel no non guasterebbe come non guasterebbe qualche sostegno alle regioni che stanno cercando di costruire sistemi regionali più robusti e in rete.

Al contrario il ministero e il ministro non hanno finora dato qualche segnale degno di nota per il Santuario dei cetacei o per la Convenzione alpina che continua a latitare nonostante la presenza di parchi nazionali e regionali molto importanti e attivi. A noi l’Europa fa un baffo!

Qui ci vorrebbe più stato centrale, da non confondersi con maggiori pretese di assurdi controlli burocratici. Il ministero oggi è pretenziosamente presente burocraticamente quanto paurosamente assente sul piano politico-istituzionale dove dovrebbe esercitare quella funzione di indirizzo e proposta che oggi manca, come manca un qualsiasi tavolo dove di questo si possa discutere e decidere.

Va detto a conclusione di queste rapide annotazioni che alla latitanza del governo, finora neppure le regioni e gli enti locali hanno dato risposte adeguate e brillato per presenza salvo lodevoli eccezioni.
Da tante parti si ripete –fin troppo- che decisivo per la politica oggi è il territorio; ma cosa c’è di più strategicamente collocato e radicato nel territorio dei parchi e delle aree protette?

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