[18/03/2009] Rifiuti

La carta sintetica brasiliana di plastica riciclata

LIVORNO. La notizia era stata data qualche tempo in Brasile da TV Globo ed ora viene confermata da Tierramérica: ricercatori della Universidade Federal de São Carlos Universidad Federal de São hanno realizzato una carta sintetica prodotta con plastica riciclata che potrebbe essere utilizzata per prodotti che richiedono resistenza e durevolezza, come cartelli, etichette, bandiere, imballaggi, quaderni e libri scolastici.

La “scoperta” è il frutto di un lavoro durato 6 anni e che prevede non l’utilizzo di plastica “vergine” (come già avviene per la realizzazione di banconote in alcuni Paesi) ma la plastica per uso domestico che fino ad oggi in America latina viene, quando va bene, avviata in minima parte al riciclo e in gran parte finisce in discarica. Uno dei ricercatori Brasilia, Oswaldo Danella Júnior, ha spiegato a Tierramérica: «Utilizziamo propilene e polietilene, impiegati su vasta scala come componenti nei contenitori di shampoo, yogurt, margarina, contente nitori per la cucine, ecc. Oltre al vantaggio economico, visto che si consuma meno energia e materia prima, ne beneficia l’ambiente, dato che si riciclano residui che inondano le discariche».

La carta artificiale, attualmente in fase di produzione in un impianto sperimentale avviato nel 2005, può essere stampata con qualunque tipo di inchiostro e pigmenti industriali finora utilizzati nella stampa tradizionale. La fase di sperimentazione sembra ormai finita e il nuovo prodotto è già pronto per una produzione semi-industriale e secondo i suoi realizzatori richiede meno acqua ed energia della produzione della carta da cellulosa: «Dato che il procedimento praticamente non necessita di acqua, se non per lavare i rifiuti plastici, occorre meno acqua. Mentre nel caso della pasta da carta, l’acqua entra nel processo sia nel funzionamento delle segherie, per rimuovere la terra dai tronchi, per il taglio e lo sbiancamento…»

Non tutte le plastiche sono utilizzabili e il progetto esclude esplicitamente nailon, policarbonati ed altri prodotti di sintesi che pure finiscono in discarica, ma che sono meno comuni. Quello a cui si ripunta è il riciclaggio e riuso dei bottiglie di plastica e recipienti per alimenti e prodotti per l’igiene personale.

Secondo quanto scrive il giornale El Comercio «Questa carta resiste di più all’azione del tempo ad all’umidità e può salvare molti alberi. Con 850 chili di plastica riciclata si produce una tonnellata di carta sintetica. Per la carta tradizionale sono necessari 30 alberi». Il brevetto del procedimento produttivo è stato registrato ed ora l’università sta valutando diverse proposte industriali per mettere in produzione il materiale, la gara sembra vinta però dalla Vitopel, che aveva già opzionato il progetto, se non riuscirà a mettere in produzione la carta sintetica, si aprirà una gara tra aziende brasiliane e anche statunitensi.

Il processo sembra semplice: la plastica recuperata viene ripulita triturata e poi mischiata con un «particolare minerale» che da alla carta la lucentezza la bianchezza e l’assorbimento della luce necessari. Altre sostanze danno alla carta sintetica sia la resistenza ai piegamenti che la morbidezza necessarie, poi il tutto viene sottoposto ad alte temperature, raffreddato e macinato finemente. Dai granuli ottenuti viene prodotta la carta sintetica. Resta da capire se anche la “carta sintetica” potrà essere riciclata e riusata…

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