[18/03/2009] Comunicati

Innovazione, ricerca, industria sostenibile: "Manifutura" a Pisa fino al 21 marzo

FIRENZE. Vuole essere la festa del manufatturiero, dell’innovazione di processo e di prodotto, della ricerca, ma anche della riconversione dei sistemi produttivi verso la sostenibilità. Ha avuto inizio ieri a Pontedera (Pisa), la kermesse “Manifutura”, che entrerà nel vivo domani con l’inizio degli incontri alla stazione Leopolda di Pisa e durerà fino al 21 marzo.

Promosso dall’associazione Nens (“Nuova economia e nuova società”, fondata da Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco), il festival riunisce figure di spicco della politica, del sistema produttivo, del sindacato, della ricerca e dell’università, che confronteranno le loro ricette per contrastare, attraverso l’innovazione nel comparto industriale (dalle grandi alle piccole-medie imprese), l’attuale fase di crisi.

Crisi che ieri, durante la conferenza di inaugurazione, è stata definita da Vincenzo Visco come «simile a quella del ‘29», ma «potenzialmente più grave», da cui si potrà uscire solo con il rilancio della manifattura di qualità e con «la consapevolezza di un modello di sviluppo diverso».

I quattro temi fondamentali del festival saranno “industria e globalizzazione”, “industria e finanza”, “mutualità, coesione e sviluppo” e “industria e ambiente”. In particolare, gli incontri dedicati a questo ultimo tema (che ruoteranno prevalentemente intorno alle nuove sfide che la giovane “green economy” italiana dovrà affrontare nei tempi a venire) partiranno da quello che sul sito dedicato alla manifestazione viene definito come un «presupposto oggettivo»: e cioè il fatto che il tema ambientale, che per anni è stato «affrontato come un’esternalità negativa dei processi produttivi e dello sviluppo economico e in questa chiave ha costituito una linea di confine nella “società economica”, tra “ambientalisti” e “industrialisti”», deve adesso essere affrontato con un approccio che verta sulle «complessità della relazione biunivoca che da sempre intercorre» tra l’ambiente e l’industria.

Come a dire che (finalmente) anche il sistema industriale sembra aver capito (o, meglio, essersi ricordato) che le materie che vengono lavorate dalla manifattura derivano dal prelievo da un capitale naturale limitato, e non da un Bengodi dove le risorse cadono infinite dal cielo. Ai processi di evoluzione che stanno prendendo piede nelle piattaforme “ambientaliste” comunemente intese, e che vedono una progressiva presa di coscienza dell’interazione tra conservazione e tutela da un lato, necessità produttive e occupazionali dall’altro, deve far fronte una parallela evoluzione del sistema produttivo e in generale economico, evoluzione che riporti al centro di tutto il punto focale dello sviluppo: e cioè che una produzione e un’economia che non siano sostenibili non producono solo ricchezza, ma anche impoverimento ambientale e disgregazione sociale. E il gioco non vale la candela, come è ora sempre più evidente dal progressivo aggravarsi dei problemi ambientali connessi al modello tradizionale (primo tra tutti il surriscaldamento globale, ma non solo) e dalla capillare penetrazione della crisi in tutti i settori della produzione e della società.

«Ambiente significa materie prime, vincoli e opportunità del produrre e dell’abitare, spazi e condizioni della mobilità e dello smaltimento dei rifiuti dell’attività umana: ciascuno di questi elementi è una precondizione e in molti casi causa scatenante dell’esistenza dell’industria»: sono le più significative tra le parole con cui è presentata sul sito di Manifutura la sezione “Industria e ambiente”. Parole che, se ad esse faranno seguito (a partire da questi giorni di incontri) concrete prospettive e azioni immediate per il percorso verso un’economia e un’industria sostenibili, ci sentiamo di sottoscrivere. (rm)

Torna all'archivio