[19/03/2009] Energia

World energy outlook 2008: in Africa su produzione greggio giù qualità della vita

LIVORNO. Nel rapporto World Energy Outlook 2008 si conferma che alcuni dei paesi dell’Africa sub-sahariana possiedono consistenti risorse di petrolio e gas che dovrebbero alimentare una forte crescita della produzione e delle esportazioni nei prossimi due decenni. Nel 2007 nei dieci più importanti paesi produttori africani, la produzione ha raggiunto 5,5 milioni di barili al giorno, dei quali 5,1 sono stati esportati.

Nello scenario di riferimento utilizzato dal Weo, la produzione di questi paesi aumenterà fino a 7,4 milioni di barili al giorno nel 2030 e le esportazioni arriveranno a 6,4 milioni di barili giornalieri. In questi stessi paesi la produzione di gas quadruplicherà passando da 36 miliardi di metri cubi (al 2006) fino a 163 miliardi di metri cubi nel 2030, la gran parte destinato alle esportazioni. Grazie alla produzione di petrolio e gas questi dieci paesi potranno avvalersi di entrate complessive (tra royalties e tasse) pari a 4mila miliardi di dollari (nell’intero periodo 2007-2030). Nigeria e Algeria continuano a rimanere i principali beneficiari, con introiti complessivi pari a circa 3,5 miliardi di dollari, ma nella maggior parte dei paesi dell’Africa sub sahariana ricchi di petrolio e gas, più del 50% delle entrate statali derivano dalla produzione-esportazione di queste fonti energetiche.

Questo dovrebbe significare un buon livello di reddito per le popolazioni e invece gran parte dei cittadini di questi paesi continua a rappresentare la fascia di popolazione che a livello mondiale soffre della maggiore condizione di povertà. Non solo due terzi delle case non sono nemmeno provviste di elettricità e in tre quarti di esse si continua ad usare legno e carbonella per cucinare. Con il risultato che la gran parte delle patologie respiratorie registrate a livello mondiale si ritrovano proprio tra queste popolazioni.

E il numero delle persone che si troveranno in queste condizioni sarà destinato addirittura ad aumentare, secondo il Weo, durante il periodo considerato, dal momento che nel frattempo sarà anche aumentata la popolazione. Il Weo stima che il costo necessario per dotare dei servizi energetici minimi (elettricità e gas per la cucina) a coloro che ne sono attualmente privi, ammonterebbe a circa 18 miliardi di dollari entro il 2030, cifra che equivale allo 0,4% delle entrate complessive statali che derivano dallo sfruttamento di petrolio e gas. Una cifra irrisoria che i governi di questi paesi dovrebbero mettere a bilancio almeno per garantire che in territori ricchi di fonti fossili (che vengono sfruttate in altre aree del pianeta) la popolazioni ne potessero trarre almeno i benefici minimi essenziali. Invece di subirne solo e soltanto le conseguenze.

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