[20/03/2009] Comunicati

Bratti (Agende 21 locali): «Difficile praticare la sostenibilità in un Paese dove non esiste la contabilità ambientale»

LIVORNO. I progetti come Lacre (Local alliance for climate responsbility), le partnership, reti e accordi fra pubblico e privato per una “low carbon economy” locale, possono essere realizzate e attuate anche a prescindere dalle norme in vigore, ma a certe condizioni. Ossia se si tiene presente della mancanza in Italia di una realtà omogenea dal punto di vista del rispetto della legalità, della perdita di credibilità (agli occhi dei cittadini) delle istituzioni nazionali e locali – e dunque della necessità di riconquistarla - dell’assenza di sistemi univoci di misurazione e di organi preposti a ciò, della non esistenza di sistemi di controllo efficaci sulle autorizzazioni.

E’ di questo avviso il deputato Alessandro Bratti, membro della Commissione ambiente della Camera e past-president del cordinamento Agenda 21 locali italiane intervenuto alla tavola rotonda “Climate responsabilità: un occasione per il rilancio della competitività” della conferenza di apertura del progetto europeo Lacre che si è tenuta qualche giorno fa a Livorno.

«Possiamo parlare di una politica delle sostenibilità adattata e attuabile solo se si tiene in considerazione anche di un intero comparto del nostro paese dove non vi è il rispetto della legalità. Se da un lato l’obiettivo di questo progetto è definire le modalità esportabili in tutto il paese dall’altro bisogna tenere in considerazione questa situazione, perché non sarebbe intellettualmente onesto».

L’altra questione affrontata dal deputato sempre nell’ottica dell’applicabilità del modello di co-responsabilità è quella della conoscenza e del dato perché «i progetti, i percorsi le innovazioni vengono messi in atto per migliorare le performance e dunque per migliorarle. E anche qui – continua l’onorevole - purtroppo siamo in una situazione piuttosto complicata: il nostro è il paese che deve misurare le sue politiche ambientali in base ai dati che vengono prodotti da una associazione ambientalista per quanto importante essa sia (e mi riferisco a Legambiente) perché non abbiamo un organismo che ufficialmente si occupa di contabilità ambientale».

Del resto i sistemi di misurazione rivestono un ruolo importante per mettere in campo politiche sostenibili: il dato permette di capire se l’aria migliora, se l’acqua migliora se i rifiuti vengono raccolti in maniera diversa.
«Se non abbiamo un dato di partenza – commenta il deputato - da cui iniziare e se tutte le volte bisogna affidarci a qualche ente succedaneo evidentemente un problema c’è ed è anche molto pesante».

Un problema che si rivela anche nella questione della semplificazione delle autorizzazioni tanto richiesta dalle imprese e anche dai cittadini: consentirebbe un’accelerazione nei tempi in un paese dove la burocrazia è molto pesante.
«Se si procede a una semplificazione delle autorizzazioni – spiega Alessandro Bratti - poi ci deve essere un sistema di controllo che funzioni. Ma nel nostro paese ciò non avviene perché mentre ci si avvia verso la semplificazione, si smantella il sistema di controllo. Gli enti locali vengono sempre più mortificati e i comuni in questa situazione non potranno né assumere né formare personale su eventuali abusi ad esempio edilizi che ci possono essere».

E a proposito di enti locali l’onorevole tocca un´ulteriore questione: quella della necessaria «riconquista da parte della pubblica amministrazione della fiducia dei propri cittadini».
«Perché – sottolinea Bratti - quando si parla di partnership è fondamentale che i cittadini abbiano fiducia soprattutto nelle istituzioni locali. Se manca tale presupposto le politiche anche virtuose che possono essere messe in campo rischiano di essere viste con molta diffidenza».

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