[20/03/2009] Acqua

Pesci-robot a caccia d´inquinamento nel Tamigi

LONDRA. Indicatori “biologici” a caccia di inquinamento. Si tratta di “fauna ittica” ma non sono organismi viventi. Sono banchi di pesci-robot messi a punto dai ricercatori dell´Università dell´Essex che potrebbero essere presto gettati nel Tamigi per tracciare una mappa dell´inquinamento del fiume che attraversa Londra.

Il ´robofish´ è stato ideato nell´ambito di un progetto da 2,5 milioni di sterline finanziato dall´Unione europea per sperimentare metodi innovativi di monitoraggio qualitativo delle acque. Per quanto attiene le dimensioni, ogni pesce-robot sarà lungo circa 50 cm e alto 15, e avrà al suo interno sensori che rilevano agenti inquinanti e che permettono la comunicazione con gli altri esemplari, senza la necessità di comandi umani.

Si muoveranno grazie alle oscillazioni del corpo (animato da un motore con un´autonomia di 24 ore) ed useranno tecnologia wi-fi e sistemi gps. Al momento del rilevamento di inquinanti, i robofish manderanno un segnale ai tecnici che ne seguono il lavoro: «Ogni branco sarà composto da cinque pesci- ha informato Dongbing Gu, che guida l´equipe di scienziati che segue il progetto sperimentale- Quando rileveranno la presenza di inquinamento, avvertiranno i compagni, che convergeranno in quella determinata zona per raccogliere dati».

Dalle informazioni provenienti dai robofish si creerà successivamente una mappa istantanea a 3 dimensioni della zona inquinata, consentendo una rapida decisione su come procedere al disinquinamento. Il primo test per i “robofish” è previsto in alcuni porti per seguire gli scarichi inquinanti delle navi.

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