[23/03/2009] Energia

L´industria eolica europea: Nel 2020 dal vento il 14% del fabbisogno energetico Ue

LIVORNO. L´Ewea (European wind energy association) la voce dell´industria del vento europea che ha oltre 550 membri in 50 paesi e circa il 90% del mercato eolico mondiale, ha alzato l’asticella degli obiettivi per il 2020. L´annuncio è stato dato nel corso di una conferenza all’interno della fiera Ewec svoltasi nei giorni scorsi a Marsiglia, che ha visto la partecipazione di oltre 7.500 persone tra delegati e visitatori.
Gli obiettivi dell’Ewea prevedono, in termini di capacità installata, di passare dai 180 GW (obiettivo precedente) a 230, inclusi i 40 GW prodotti dai parchi off-shore. Ad incidere in modo positivo sulle proiezione dell´industria eolica sono stati l´ accordo Ue sulla direttiva delle rinnovabili di dicembre ed i suoi obiettivi obbligatori per il 2020.

Le precedenti proiezioni Ewea erano infatti di 180 GWdi capacità installata, di cui 35 offshore. I nuovi 230 GW potrebbero produrre approssimativamente 600 TWh l´anno entro il 2020. Un potenza pari al bisogno medio di 135 milioni di famiglie europee e al 14,18% della domanda di elettricità stimata per il 2020.

Attualmente vi sono 56Gw di impianti eolici installati in Europa, che possono produrre in normali condizioni di vento 142TWh di elettricità, capaci di coprire circa il 4,2% della domanda europea.

L´energia prodotta attraverso il vento evita i costi del combustibile e dei crediti di carbonio: nel 2008, con il prezzo del petrolio arrivato fino a €147 a barile (anche se è poi sceso ed è tuttora instabile) con gli impianti eolici funzionanti in Europa si sono evitati 5,4 miliardi di Euro per i costi del carburante e 2,4 miliardi di Euro per i costi delle emissioni di CO2 .

Aumentare l´uso dell’impiego del vento per produrre energia, diminuisce il bisogno di ricorrere alle importazioni di combustibili fossili dalle regioni instabili: attualmente, l’Europa importa il 54% dei combustibili necessari a soddisfare la sua domanda di energia che potrebbero diventare il 70% entro il 2030. Con un elevato dispendio di risorse economiche che potrebbero essere preferibilmente investite nelle fonti di energia rinnovabili, che oltretutto al contrario di quelle fossili sono infinite.

Il settore è inoltre un significativo generatore di nuova occupazione, elemento particolarmente importante in una fase di tale instabilità economica e finanziaria, quale quello attuale.

Fra il 2002 e il 2007, l´occupazione diretta e indiretta nel settore dell’energia da vento è aumentata del 125% in Europa, con una media di 33 nuovi posti di lavori al giorno, sette giorni su sette. Il settore dell´energia eolica europeo ha impiegato direttamente ed indirettamente 160.000 persone solo nel 2008.
Secondo l’Ewea, L’Unione europea ha una posizione di leadership nelle energie rinnovabili e consolidando questa posizione può diventate un esportatore di tecnologia in altri paesi.

«Nel 2007 – ha sottolineato Arthouros Zervos, presidente dell’Ewea - i fornitori europei hanno installato 8,452 MW di potenza eolica, con il 66% di nuove turbine. Una turbina eolica non emette CO2 o altre sostanze inquinanti e nel periodo di vita lavorativa di circa 20 anni produrrà 80 - 120 volte più energia di quella che ha consumato (per la sua produzione e installazione, ndr). L´energia prodotta dal vento in Europa ha evitato l´emissione di 108 milioni di tonnellate di C02 in 2008, (l’equivalente delle emissione di i oltre 50 milioni di automobili) che corrisponde al 31% degli impegni di Kyoto per l’Europa a 15».

«Questi dati - ha proseguito Zervos - dimostrano che il vento deve essere la scelta prioritaria cui ispirarsi nelle nuove installazioni energetiche e spiegano perché l’Ewea ha fissato nuovi obiettivi di 230 GW al 2020, confidando che l’industria del vento potrà offrire un valido contributo alle richieste energetiche dei cittadini europei».

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