[24/03/2009] Comunicati
LIVORNO. Domani il cosiddetto Piano casa, la proposta del governo sulle nuove norme riguardo all’ampliamento delle abitazioni sarà discusso dalla Regioni. Legambiente, che nei giorni scorsi invitava le regioni a non cedere alle proposte che avrebbero nei fatti avviato ad un nuovo piano di condoni e di deregulation edilizio sul territorio, presenta oggi 5 buoni motivi per respingere al mittente il decreto, che rinomina: devasta paese.
Il primo è perché rappresenta un invito al cemento illegale: l´autocertificazione del progettista e la deroga agli strumenti urbanistici per interventi che possono arrivare (legalmente) ad aumentare del 40% la volumetria di un edificio (utilizzando il bonus del vicino per raddoppiare il 20% previsto nel decreto) con anche la possibilità del cambio di destinazione d’uso, sono giudicate infatti un invito all´illegalità. «Altro che rilancio dell´edilizia di qualità - ha sottolineato Legambiente -. Se si considera che dopo questo provvedimento il Governo ha già annunciato l´allentamento delle sanzioni per i reati in campo edilizio, in larga parte d’Italia andremo ben oltre quel 40%. L’immagine che ne viene fuori è quindi quella di un Italia in mano agli speculatori e al lavoro nero, oltretutto con la certezza dell´impunità».
Il secondo motivo è perché darebbe via libera agli scempi nelle aree tutelate. Per la prima volta dal dopoguerra si potrà intervenire infatti anche nelle aree tutelate A leggere gli articoli si capisce che siamo di fronte a un vero ed esplicito invito ad ampliare, demolire e soprattutto ricostruire come si vuole, vista la difficoltà di intervento da parte delle Soprintendenze. Si potrà intervenire persino nei parchi nazionali (vietate solo le zone A, a tutela integrale), nelle aree sottoposte a tutela paesaggistica (laghi, aree costiere, boschi ecc.), e nei centri storici, e le soprintendenze potranno intervenire solo per provare a fermare interventi in edifici e aree tutelate, ma con un parere motivato rilasciato entro 30 giorni , dopodichè scatta il silenzio assenso. «Incredibilmente – sottolinea Legambiente - negli edifici dei centri storici non sottoposti a specifica tutela (che sono moltissimi) si possono realizzare sopraelevazioni e aumenti di cubatura, demolizioni e ricostruzioni, e l’unica indicazione che i Comuni possono dare entro 30 giorni riguarda gli aspetti tecnico-estetici previsti dalle normative. Superati i 30 giorni scatta il silenzio assenso e quindi c’è il via libera per tutto».
Il terzo motivo è che con la casa non c’entra granché: «smettiamola di giocare con le parole – ammonisce Legambiente - questo provvedimento non è una risposta all´emergenza abitativa. Per il vero “Piano casa” è prevista un elemosina- scrive l’associazione- mentre si regalano soldi (in cubature) a chi una casa ce l´ha già». A dirlo sono i numeri: gli alloggi che si potranno realizzare in questo modo saranno circa 5000 e a fronte delle 150mila persone a rischio sfratto (secondo il Sunia). Legambiente chiede invece di aumentare il fondo per gli alloggi prendendo le risorse dall´evasione fiscale e dai miliardi di Euro (1,3)stanziati per il Ponte sullo Stretto.
Quarta buona ragione per ricusare questo piano è il richiamo all’efficienza energetica, che messa così suona come una presa in giro. L’ampliamento del 20 o 40% (se si utilizza il bonus del vicino) non è legato infatti ad alcun obiettivo energetico e nel caso della demolizione e ricostruzione, si può ampliare la volumetria del 35% ma senza alcun parametro per valutare gli interventi. Basterà in pratica autocertificare che si utilizzano tecniche di bioedilizia (non definite dalla legge) o fonti di energia rinnovabili (senza specificare in che misura) o si risparmia nell’utilizzo delle risorse idriche e potabili. In pratica, quindi, basterà dichiarare di aver inserito qualche riduttore di flusso nei rubinetti (del costo di qualche decina di euro) o una vernice di origine naturale per avere diritto a un aumento di cubatura che permetterà un guadagno di decine di migliaia di euro. L’ulteriore beffa è che questi interventi vaghi e senza alcun effetto vero di riduzione dei consumi energetici o idrici potranno beneficiare anche di un 50% di riduzione degli oneri di urbanizzazione. Uno sconto senza motivo.
Infine la deregulation che seguirà all’applicazione di questo piano, renderà più invivibili le nostre città. Si potranno realizzare ampliamenti, demolizioni e ricostruzioni “in deroga alle disposizioni legislative, agli strumenti urbanistici vigenti o adottati e ai regolamenti edilizi”. A questi interventi si potrà aggiungere il mutamento di destinazione d’uso “in tutto o in parte”, completamente al di fuori di qualsiasi regola.
«E’ evidente – sottolinea ancora Legambiente - che esistono conseguenze urbanistiche a decisioni di questo tipo che possono rendere un quartiere invivibile, perché privo di parcheggi e di servizi essenziali. Unico limite non realizzare un ipermercato». L’insieme di queste procedure rischia quindi di trasformare la memoria storica e l´identità del Paese, quindi è da bocciare, senza se e senza ma.