[25/03/2009] Rifiuti

Africa e rifiuti tossici, è possibile una gestione ecologicamente razionale?

LIVORNO. Si chiude oggi a Dakar, la capitale del Senegal, il workshop regionale dei Paesi francofoni africani della Convenzione di Stoccolma per discutere delle migliori tecniche e degli indirizzi provvisori per le buone pratiche ambientali disponibili per affrontare il problema degli inquinanti organici persistenti (Pop).

L’incontro di Dakar si poneva i seguenti obiettivi: familiarizzare i partecipanti con gli obblighi riguardanti le emissioni non intenzionali di Pop e stilare un calendario per la messa in opera degli obblighi nei vari Paesi; offrire una migliore comprensione delle migliori tecniche disponibili e delle buone pratiche ambientali e, di conseguenza, mettere in grado i partecipanti di facilitarne un utilizzo efficace all’interno delle linee guida a livello nazionale; scambio di esperienze tra le varie parti interessate, in particolare per quel che riguarda il trasferimento di tecnologie e conoscenze; iniziative rivolte ai soggetti tecnici specializzati; politiche ambientali pertinenti; attuazione dell’articolo 5 della Convenzione di Stoccolma.

Malgrado quello che è scritto e sottoscritto nella Convenzione di Stoccolma, il problema della gestione dei rifiuti tossici resta uno tra i più drammatici in Africa. «E’ per questo – ha detto il capo di Gabinetto del ministero dell’ambiente di Dakar, Sidy Guèye - che il Senegal si è impegnato a portare avanti questa Convenzione al più alto livello per la sua applicazione. All’interno di questa dinamica si tratterà di dar prova di apertura mentale, di una particolare attenzione per una gestione ecologicamente razionale».

L’industrializzazione e lo sviluppo agricolo costringono sempre di più i Paesi in via di sviluppo a fare i conti con gli inquinanti organici persistenti. La Convenzione di Stoccolma punta alla lotta ai Pop che hanno proprietà tossiche, resistenti e non biodegradabili, che si accumulano negli organismi viventi e vengono propagati attraverso l’aria, l’acqua e le specie migratorie, scavalcando le frontiere e raggiungendo luoghi lontani dal loro luogo di origine, per poi accumularsi negli ecosistemi terrestri ed acquatici.

«Il Centro regionale per i Paesi francofoni dell´Africa della Convenzione di Basilea, per il controllo dei movimento transfrontalieri di rifiuti pericolosi e della loro eliminazione, che ha sede a Dakar, dovrà avere in questo settore un ruolo chiave per sensibilizzare l’opinione pubblica e formare gli operatori ad un migliore trattamento dei prodotti con un impatto negativo su salute ed ambiente», ha detto il suo direttore Michel Seck.

Rimane da capire attraverso quali meccanismi finanziare la Convenzione di Stoccolma, che altrimenti rischia di rimanere un bel guscio vuoto, mentre i Paesi industrializzati scaricano in Africa i loro rifiuti tecnologici e i pesticidi non più utilizzabili in casa loro e gli inquinanti organici persistenti migrano, portati da venti, correnti, animali ed uomini in tutto il pianeta.

Secondo il Global environment facility «Questo richiede lo sviluppo di piani nazionali attuativi, con i mezzi di controllo, come laboratori, e l’adozione dei buoni quadri legislativi già esistenti. Tutto questo definendo le priorità di gestione dei pesticidi nel settore informale e nel settore agricolo»

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