[25/03/2009] Urbanistica

Lotta alle processionarie: linee guida dell´Arpat

FIRENZE. Esce nei tempi appropriati l’ottava scheda informativa pubblicata da Arpat. L’argomento affrontato su cui si vuole informare in modo scientifico cittadini, operatori forestali, amministrazioni comunali, è quello delle “processionarie”, che quando presenti in numero elevato possono creare disturbi ai cittadini e danneggiare la vegetazione. La presenza delle processionarie in aumento negli ultimi anni in Toscana, ha visto mettere in atto azioni di contrasto non sempre appropriate. La scheda elaborata dall’Agenzia di protezione ambientale, come tradizione della collana, fornisce indicazioni sintetiche, ma approfondite su cosa fare, cosa non fare e a chi rivolgersi per contenere le infestazioni, nonché consigli ed obblighi di legge sui comportamenti da adottare in presenza della processionaria o in caso di contatto accidentale con larve o nidi.

Le processionarie, appartenenti all’ordine dei lepidotteri, hanno un ciclo vitale diviso in quattro fasi: uovo, larva o bruco (fase giovanile durante la quale si alimentano mangiando le foglie); crisalide (fase di trasformazione da larva in farfalla), adulto o farfalla. Sono insetti gregari (nella fase larvale) cioè vivono in gruppi numerosi. «Dopo essersi abbondantemente alimentate degli aghi o delle foglie delle piante colpite, costruiscono sui rami dei nidi, consistenti in un sacco filamentoso, che fungono da riparo e dentro i quali effettuano i loro accrescimenti- spiegano da Arpat- I nidi costruiti sui pini ricordano nella forma e nelle dimensioni una noce di cocco, mentre nelle querce assomigliano vagamente ad una bisaccia e possono superare il metro di lunghezza». A primavera le larve mature escono dal nido in “processione” appunto, per andare al suolo, interrarsi e formare la crisalide (questo è il comportamento della processionaria del pino Traumatocampa pityocampa, diverso da quello della processionaria della quercia Thaumetopoea processionea).

I danni alla salute umana ed animale sono dovuti ad un fattore morfologico presente nelle stesse larve mature. Sul dorso hanno peli urticanti che possono essere facilmente liberati nell’aria e trasportati dal vento: depositati sulla pelle o inalati, possono procurare, reazioni infiammatorie anche gravi a seconda dei soggetti più o meno recettivi.

«Il danno che le processionarie possono procurare alle piante nutrendosi della loro vegetazione- continuano da Arpat- raramente è tale da pregiudicarne la sopravvivenza. In caso di grande concentrazione di larve gli alberi possono però risultare indeboliti e quindi maggiormente soggetti a ulteriori attacchi di parassiti secondari». Nella scheda sono indicate tutte le precauzioni da adottare in caso di contatto accidentale con i peli urticanti delle processionarie.

Per gli interventi invece di contenimento delle infestazioni è opportuno rivolgersi a personale specializzato. Gli interventi da effettuare per la processionaria del pino possono essere diversificati nel corso dell’anno: tra dicembre e febbraio l’unico intervento efficace è l’asportazione tempestiva dei nidi. A fine dell’estate (dopo la metà di settembre) invece possono essere impiegati insetticidi contro le larve neonate che si nutrono degli aghi. «Il prodotto più consigliato è il preparato microbiologico a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki- riprendono dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente- che si distribuisce come qualsiasi prodotto insetticida. E’ del tutto innocuo per l’uomo, i vertebrati e gli insetti utili in genere. Risulta quindi particolarmente interessante per l’impiego in ambiente urbano».

Nella scheda sono fornite indicazioni anche su altri metodi di lotta come quelli chimici o con feromoni. Da Arpat sottolineano che la lotta alla processionaria del pino è obbligatoria e regolamentata dal Decreto ministeriale del 30 ottobre 2007, in quelle aree, individuate dalle strutture regionali che svolgono le funzioni del Servizio fitosanitario (Arpat per la Toscana), in cui “è stabilito che la presenza dell’insetto minacci seriamente la produzione o la sopravvivenza del popolamento arboreo”. Ovviamente qualora il luogo di “attacco” della processionaria avvenga in aree frequentate dalle persone (giardini pubblici e privati, aree verdi urbane, alberature stradali) prevale l’esigenza di tutelare la salute umana e animale e l’intervento può essere effettuato dalle Asl eventualmente in collaborazione con Arpat, con la messa a conoscenza dell’amministrazione comunale.

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