[27/03/2009] Comunicati

I negazionisti e la libertà di distruggere il pianeta di Gianfranco Bologna

ROMA. Ciò che ha avuto luogo recentemente a Milano con la presentazione del volume del presidente ceco Vaclav Klaus (“Pianeta blu, non verde”) ha costituito l’ennesimo triste episodio che mira a rivitalizzare l’industria professionale del negazionismo del nostro paese, proprio nell’anno cruciale dei negoziati per il clima e della presidenza italiana del G8. Fatto ancor più triste che tutta la presentazione sia avvenuta, di fatto, sotto lo slogan “Il clima sta bene: in pericolo è la libertà”. Ma quale libertà ? Forse quella di distruggere la natura non avendo costoro la benché minima cognizione delle scienze ecologiche.

Il mondo di coloro che si dedicano all’industria professionale del negazionismo è un mondo composito, basato su impostazioni ideologiche estreme (iper-liberisti, cattolici fondamentalisti, paladini della crescita economica a tutti i costi ecc.) che, paradossalmente, attaccano la scienza ambientale come ideologica e fondamentalista, quando sono loro i massimi rappresentanti di questi approcci.

Purtroppo queste persone non hanno neanche lontanamente idea (e forse non gli interessa averla) della straordinaria massa di conoscenze scientifiche sin qui acquisite da tutti i più grandi programmi di ricerca internazionali sui cambiamenti globali indotti dall’intervento umano sul Pianeta e sperano che, facendo un pò di chiasso mediatico attraverso articoli sui giornali o presenze radio-televisive con impostazioni assiomatiche ed assertive, si possa seminare il “germe” della confusione nell’opinione pubblica e degli ambienti politico-economici, inducendo tutti a procedere come se nulla fosse (il ben collaudato meccanismo del Business As Usual).

Ora la scienza, da tempo, ha pubblicato un’ingente massa di dati, molto chiari che documentano l’evidentissimo e drammatico impatto del nostro intervento sui sistemi naturali che, purtroppo si rivolge, nei suoi nefasti effetti, contro noi stessi.
Non posso in un solo articolo menzionare le conclusioni di tutte queste affascinanti ricerche internazionali che vedono coinvolti i più grandi esperti del mondo delle cosiddette Earth System Sciences (Scienze del Sistema Terra, dalla climatologia all’oceanografia, dalla geologia all’ecologia ecc.) e che cercando di analizzare le interrelazioni esistenti nelle grandi sfere presenti sul nostro Pianeta: la sfera dell’aria (atmosfera), la sfera del suolo (pedosfera), la sfera dell’acqua (idrosfera), la sfera della vita (biosfera), la sfera dei sistemi umani (antroposfera).

Provo a riassumere in una serie di punti quanto costituisce ormai base comune della ricerca scientifica su questi temi in tutto il mondo (e suggerisco vivamente, consapevole che non tutti possono seguire la letteratura scientifica specializzata, di visitare almeno i seguenti siti dei più autorevoli e prestigiosi programmi di ricerca internazionali su questi temi (Earth System Science Partnership www.essp.org, International Geosphere-Biosphere Programme www.igbp.net, World Climate Research Programme www.wcrp.wmo.int/, Millennium Ecosystem Assessment www.maweb.org ):

1. ogni individuo sulla Terra dipende dalla natura e dai servizi che gli ecosistemi forniscono per una vita dignitosa e sicura. L’attività umana pone però una tale pressione sulle funzioni naturali della Terra che la capacità degli ecosistemi del pianeta di sostenere le generazioni future non può più essere data per scontata.

2. la specie umana, negli ultimi decenni, ha modificato l’ecosistema in dimensioni che non hanno precedenti nella storia della nostra presenza sul Pianeta, allo scopo di soddisfare la crescente richiesta di alimenti, acqua potabile, fibre ed energia. L’approvvigionamento di cibo, acqua dolce, energia e materiali per una popolazione in continua crescita è stato sinora raggiunto ad un pesante costo per il complesso sistema di piante, animali e processi biologici che rendono il pianeta abitabile.

3.le attività umane stanno influenzando l’ambiente planetario in molti modi che vanno ben oltre l’immissione in atmosfera di gas a effetto serra e i conseguenti cambiamenti climatici che ne derivano. I cambiamenti indotti dalle attività antropiche nel suolo, negli oceani, nell’atmosfera, nel ciclo idrologico e nei cicli biogeochimici dei principali elementi, oltre ai cambiamenti della biodiversità, sono oggi chiaramente identificabili rispetto alla variabilità naturale. Le attività antropiche sono perciò a tutti gli effetti comparabili, per intensità e scala spaziale di azione, alle grandi forze della natura. Molti di questi processi stanno aumentando di importanza ed i cambiamenti globali sono già una realtà oggi.

4. con il crescere del fabbisogno umano nei decenni a venire i sistemi naturali dovranno affrontare pressioni anche maggiori, insieme al rischio di un ulteriore indebolimento delle infrastrutture naturali da cui tutte le società dipendono. La pressione a cui sottoponiamo gli ecosistemi, crescerà a livello mondiale nel corso dei decenni a venire a meno che non si modifichino i nostri modelli di produzione e consumo.

5.i cambiamenti globali non possono essere compresi nei termini della semplice relazione causa-effetto. I cambiamenti indotti dalle attività antropiche sono causa di molteplici effetti che si manifestano nel Sistema Terra in modo molto complesso. Questi effetti interagiscono fra di loro e con altri cambiamenti a scala locale e regionale con andamenti multidimensionali difficili da interpretare e ancor più da predire. Per questo gli eventi inattesi abbondano.

6. proteggere e migliorare il nostro benessere futuro richiede un utilizzo più saggio e meno distruttivo delle risorse naturali. Ciò comporta a sua volta cambiamenti radicali nel modo in cui prendiamo ed attuiamo le decisioni.

7. dobbiamo imparare a riconoscere il reale valore della natura, sia in termini economici sia per la ricchezza che offre alle nostre vite, in modi che sono molto più difficili da quantificare. Le tecnologie e le conoscenze odierne possono ridurre considerevolmente l’impatto umano nei confronti degli ecosistemi. È comunque improbabile che questi strumenti siano utilizzati pienamente sino a quando i servizi degli ecosistemi saranno percepiti come gratuiti e senza limitazioni e non sarà considerato il loro valore reale.

8. la protezione dei sistemi naturali non può più essere considerata come un accessorio extra, da affrontare solo dopo che interessi più pressanti, come la creazione della ricchezza economica o la sicurezza nazionale, siano stati risolti.

Il sistema climatico ed i sistemi naturali purtroppo non stanno affatto bene con buonapace dei negazionisti ed è pura follia andare avanti come se nulla fosse.
Chi propone questi approcci è responsabile delle politiche dell’inazione che hanno un costo elevatissimo per l’intera umanità.

Torna all'archivio