[27/03/2009] Comunicati

Asia-Pacifico, l’epicentro delle tre crisi

LIVORNO. Secondo un rapporto della Commissione economica e sociale dell’Onu per l’Asia ed il Pascifico (Escap), con i due terzi dei poveri del pianeta e la metà delle catastrofi naturali, l’Asia-Pacifico «è l’epicentro delle tre crisi che colpiscono duramente: la recessione economica mondiale, la crescita dei prezzi alimentary ed energetici ed il cambiamento climatico».

Il rapporto intitolato “Rispondere alla triplice minaccia per lo sviluppo” fa notare che il record di 147 dollari al barile raggiunto dal petrolio nel 2008, insieme alle scorte immagazzinate ed alla speculazione, hanno comportato un rialzo di oltre il 150% del riso, colpendo durissimamente i poveri.

Nel 2008 nella regione Asia-Pacifico sono anche morte 250.000 persone a causa di catastrofi naturali, il 97% della mortalità mondiale in questo settore».

Noeleen Heyzer, segretaria esecutiva dell’Escap, spiega che «La convergenza di queste minacce sottolinea la necessità di un approccio globale in materia di sviluppo. Non solo è urgente rilanciare la crescita economica ma dobbiamo riflettere su dove si situi questa crescita e chi ne beneficia».

Dopo la prima crisi neoliberista del 1997 che colpì l’area Asia-Pacifico, sono state attuate prudenti politiche macroeconomiche che sono servite anche ad attenuare i primi effetti della crisi globale in atto. «Ma questa resistenza ha cominciato ad erodersi – dice il rapporto con preoccupazione – quando nel quarto trimestre del 2008 il commercio, il motore della crescita nella regione, è passato da una crescita a due cifre a un declino a due cifre. La ragione di questa marcia indietro si spiega con il fatto che l’economia della regione è più integrata con il resto del mondo che con sé stessa.

Il commercio infra-regionale non conta che per il 37% delle esportazioni della regione, contro il 51% di quello dell’´Alena (Accordo di libero scambio nord-americano) e del 68% per l’Unione europea».

Il mondo multipolare sognato in Asia non ha dunque ancora creato quel polo di sviluppo, progresso sociale e attenzione per l’ambiente e la salute e la sicurezza dei cittadini che è necessario per essere davvero dei protagonisti forti e credibili, per questo il rapporto incoraggia un aumento del commercio e degli investimenti nella regione che deve basarsi su un’accelerazione della messa in opera di accordi regionali di cooperazione economica e di miglioramento della protezione sociale che sembrano ostacolati dalla presenza di regimi autoritari, dittature, rivalità storiche e voglia di egemonia che indeboliscono quello che solo pochi anni fa veniva indicata come l’area di incubazione dei nuovi dragoni dell’economia planetaria.

Crescita ineguale e rapidissima, danni ambientali incalcolabili, povertà e manodopera sfruttata a bassissimo costo, e un cambiamento climatico che sembra accanirsi sull’area… mettono in discussione il miracolo asiatico e il futuro luminoso che quasi tutti preconizzavano per l’Asia-Pacifico.

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