[30/03/2009] Comunicati

Ecolabel: nuovi criteri per i televisori

LIVORNO. Dal primo novembre 2009 per ottenere il marchio ecolabel (il marchio europeo volontario di qualità ecologica rappresentato da una margherita) i fabbricanti di televisori dovranno seguire nuovi criteri. Perché la Commissione europea ha riesaminato e modificato i criteri del 2002 “alla luce degli sviluppi scientifici e del mercato”.

Con decisione del 14 marzo (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea di sabato) l’Ue ha individuato una serie di parametri intesa a promuovere la riduzione dei danni ambientali e dei rischi connessi all’uso energetico (surriscaldamento del pianeta, piogge acide, esaurimento delle risorse non rinnovabili), limitando il consumo di energia. Ma anche per la riduzione dei danni ecologici connessi all’uso di risorse naturali, e la riduzione del danno ambientale connesso all’uso di sostanze pericolose, limitandone l’uso.

Ecco dunque che per ottenere il marchio di qualità ecologica i televisori (definiti dalla stessa Commissione come “apparecchi elettronici alimentati a corrente elettrica la cui finalità e funzione principale consiste nel ricevere, decodificare e visualizzare segnali televisivi”) dovranno rispettare i criteri non solo relativi al risparmio energetico (consumo dello stand-by passivo, consumo massimo di energia, efficienza energetica), ma anche quelli sul contenuto di mercurio nelle lampade fluorescenti che compongono il monitor e non dovranno contenere metalli pesanti come il cadnio, il piombo, il mercurio il cromo esavalente o ritardanti di fiamma (a meno che tali materiali non siano espressamente esentati dalla direttiva sulla restrizione di determinate sostanze pericolose).

E dato che il sistema comunitario di assegnazione del marchio di qualità mira a promuovere i prodotti aventi un minor impatto ambientale anziché prodotti della stessa categoria, il produttore – interessato a ottenere il marchio di qualità ecologica europea – dovrà garantire che il televisore funzioni per almeno due anni, mentre per sette anni dovrà garantire la disponibilità dei pezzi di ricambio per i televisori.

E sempre nell’ottica della riduzione del rifiuti il fabbricante dovrà dimostrare che il televisore può essere facilmente disassemblato da personale professionista addetto al riciclaggio utilizzando gli strumenti normalmente messi a disposizione al fine di riparare e sostituire le parti consumate, o quelle più vecchie oppure obsolete, e separare le parti e i materiali con l’obiettivo finale di riciclarli.

Per agevolare lo smontaggio, infatti, i componenti fissi all’interno del televisore devono poter essere smontati, per esempio per mezzo di viti e fissaggi a scatto, soprattutto nel caso di parti contenenti sostanze pericolose. Mentre le parti in plastica dovranno essere fabbricate con un solo polimero o con polimeri compatibili per il riciclaggio e recare la marcatura pertinente ISO 11469 se hanno massa superiore a 25 g, e dunque non dovranno essere utilizzati componenti metallici che non possono essere separati.

L’ecolabel però, ha anche un’ulteriore funzione che è quella di fornire ai consumatori informazioni e indicazioni precise e scientificamente accertate sui prodotti. Dunque il televisore “griffato ecolabel” dovrà essere venduto con le relative istruzioni per l’uso in cui dovranno figurare avvertenze sulle corrette modalità d’uso a tutela dell’ambiente. Quindi informazioni non solo sul il consumo e sul risparmio di energia del televisore nelle varie modalità (acceso, spento, stand-by passivo), ma anche indicazioni su come ridurre il consumo di energia quando il televisore non è utilizzato e istruzioni “per il corretto smaltimento dei televisori presso le discariche per i rifiuti domestici o mediante programmi di ritiro applicati dai rivenditori”.

Anche sul marchio dovranno apparire delle diciture specifiche per informare: nel secondo riquadro del marchio, infatti, deve figurare “il seguente testo: Elevata efficienza energetica; Emissioni ridotte di C02; Progettato per essere facilmente riparato e riciclato.

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