[30/03/2009] Parchi

Gli sconosciuti eroi del Garamba, morti per salvare il parco dalla guerra del Congo

LIVORNO. L’amministratore delegato dell´Institut congolais pour la conservation de la nature (Iccn), Cosma Wilungula, ha supplicato il governo di Kinshasa e le associazioni ambientaliste di proteggere i parchi nazionali, in particolare quello del Garamba, situato nel distretto dell’Haut Uélé, nella Provincia Orientale, nel nord est della Repubblica democratica del Congo (Rdc). Domenica Wilungula ha denunciato l’omicidio di due guardiaparco, ormai diventata una tragica ricorrenza nei parchi congolesi.

Nel Garamba è stato ucciso Zangaberu Ginilungo, uno dei tanti oscuri difensori dell’ambiente trucidati da guerriglieri, bracconieri e soldati. Stavolta a colpire sono stati i ferocissimi e disperati miliziani della Lord’s resi stance army (Lra), che si sono rifugiati nella Rdc dopo che l’esercito ugandese li ha scacciati dal loro Paese.

Wilungula ha spiegato che questo strano manipolo di ribelli cristiani che applicano i 10 comandamenti seminando morte e distruzione e impiegando bambini-soldato schiavizzati, hanno ucciso «questo guardiaparco, ufficiale di seconda classe, che è stato sorpreso degli assalitori a circa 5 km dalla stazione di Nagero. Da gennaio a marzo l’Iccn ha subito tre attacchi in successione in questo parco che hanno fatto vittime tra i guardiaparco, in particolare il conservatore capo Denis Mayumbu Pela. I guardiaparco sono spesso presi di mira perché non sono equipaggiati pesantemente».

Il Lra ha fatto del parco del Garamba una delle sue retrovie più impenetrabili e sta devastando un’area protetta creata nel 1938 e che ospita un’eccezionale biodiversità, con una popolazione di mille ippopotami nei suoi fiumi e circa la metà dei gorilla di montagna del mondo che sopravvivono nelle sue foreste. Il Garamba è anche l’habitat del rinoceronte bianco in via di estinzione e che da tempo non si fa più vedere nell’area.

I suoi 4.920 km2 sono patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1980 e dal 1984 al 1992 sono stati considerati patrimonio mondiale in pericolo, una classificazione che purtroppo è stata ridata al Garamba dal 1996 ad oggi, a causa della guerra del Congo ufficialmente finita nel 2003 ma che nell’est del grande Paese africano non è mai davvero terminata. Nemmeno i recenti accordi di pace fra il governo centrale e le varie formazioni ribelli sembrano aver portato una vera tregua. L’Alto commissariato per i rifugiasti dell’Onu (Unhcr) è preoccupatissimo per la sorte di 8.500 civili che hanno dovuto abbandonare le loro case a causa degli attacchi di gruppi armati.

Il portavoce dell’Unhcr, Ron Redmond, ha detto che «Dei miliziani pesantemente armati delle Forces démocratiques de libération du Rwanda (Fdlr) ed un altro gruppo di miliziani alleati, Pareco, hanno accerchiato il villaggio di Pinga, a circa 80 chilometri a nord-est di Walikale, nel Nord Kivu».

Altre 20 000 sono fuggite dai villaggi di Kirumba, Kayna e Kanyabonga, nel distretto di Rutshuru, attaccati da diversi gruppi armati nelle ultime settimane. Sembra si siano rifugiati nella foresta, lontano dai loro villaggi saccheggiati e dati alle fiamme. Nelle vicinanze del parco del Garamba un convoglio dell’Unhcr, che trasportava 22 tonnellate di aiuti urgenti per i profughi di Faradje, è dovuto tornare indietro, alla frontiera con l’Uganda, per sfuggire agli attacchi della Lra che ha assalito i villaggi di Tadu, Munia et Sururu. Intanto i profughi e gli abitanti stanno abbandonando anche i campi di Faradje per paura delle scorribande della Lra che ormai ha attaccato anche Amadi e Banda nel vicino distretto del Bas Uele.

Ormai i profughi nel Nord Kivu sono più di 250 mila e nella Provincia Orientale almeno 190 mila, mentre 16 mila persone sono fuggite oltreconfine, nel Sud Sudan.

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