[01/04/2009] Urbanistica

Il nuovo piano casa delle regioni piace (in parte) anche agli ecologisti

LIVORNO. Ieri le Regioni hanno votato all’unanimità un documento d’intesa sul Piano casa che è stato poi sottoposto al vaglio del Governo, riunito stamani nel consiglio dei ministri.
La sintesi è stata fatta dallo stesso presidente del consiglio che all’uscita dalla riunione di governo ha detto che «Il governo si è impegnato ad approvare un decreto legge in 10 giorni mentre le Regioni dovranno approvare le loro leggi in 90».

Il documento d’intesa siglato dalle regioni prevede infatti che queste dovranno approvare «entro e non oltre 90 giorni proprie leggi ispirate agli obiettivi di regolamentare interventi per migliorare la qualità architettonica e/o energetica degli edifici entro il limite del 20% della volumetria esistente di edifici residenziali uni-bifamiliari o comunque di volumetria non superiore ai 1.000 metri cubi, per un incremento complessivo massimo di 200 metri cubi». Dovranno inoltre disciplinare interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento di edifici residenziali entro il limite del 35% della volumetria esistente, con finalità di miglioramento della qualità architettonica, di sensibile riduzione dei consumi energetici ed utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e secondo criteri di sostenibilità ambientale.
Le leggi regionali, che avranno validità un anno, potranno inoltre individuare gli ambiti nei quali gli interventi di ampliamento «sono esclusi o limitati, con particolare riferimento ai beni culturali e alle aree di pregio ambientale e paesaggistico, nonché gli ambiti nei quali i medesimi interventi sono favoriti con opportune incentivazioni e premialità finalizzate alla riqualificazione di aree urbane degradate».

Nella bozza si prevede inoltre che il Governo emani un decreto-legge per semplificare alcune procedure di competenza esclusiva dello Stato, al fine di rendere più rapida ed efficace l´azione amministrativa di disciplina dell´attività edilizia.
Molto soddisfatto per l’intesa raggiunta, Silvio Berlusconi ha specificato che il decreto legge per l´attuazione del Piano casa, di competenza del governo per la semplificazione delle procedure, sarà varato «tra 8-10 giorni» ovvero al rientro dalla serie di impegni internazionali che lo vedranno da oggi a Londra per il G-20, quindi a Strasburgo per il vertice Nato, poi a Praga per il vertice Usa-Ue e infine in Russia per la missione imprenditoriale italiana.

Il presidente del Consiglio, intervenuto nella conferenza stampa al termine del termine del Consiglio dei ministri, ha rivolto un ringraziamento sincero alle Regioni per la responsabilità istituzionale dimostrata nella trattativa con il Governo per la messa a punto dei provvedimenti relativi al piano casa.
Secondo un’indagine di Banca d’Italia del 2007, citata dal ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, il patrimonio immobiliare e finanziario complessivo degli italiani ammonta a oltre 8 mila miliardi di euro, mentre l’85% delle famiglie abita in una casa in proprietà. «Ci sono dunque tutte le condizioni- ha detto il ministro- per mobilitare grandi risorse e contribuire all’uscita dalla crisi. Basterebbe che solo il 10% delle famiglie utilizzasse le opportunità offerte dal Piano Casa per mettere in moto investimenti per 50-60 miliardi».

«Il risultato - ha sottolineato Silvio Berlusconi - è che i padroni di casa possono cominciare da oggi a chiamare i progettisti e a commissionare il lavoro. Saranno questi ultimi - aggiunge - a firmare sotto la loro responsabilità il progetto, che non violi le norme regionali o comunali e i regolamenti sanitari, attraverso la massima semplificazione burocratica e amministrativa».

Solo che per non violare le norme regionali i progettisti dovranno almeno aspettare che, le regioni le varino queste norme, appunto nei 90 giorni di tempo previsti.
Piuttosto positivo il commento degli Ecologisti Democratici: «l´accordo tra governo e Regioni sul piano casa presenta indirizzi positivi, sia sul piano istituzionale sia rispetto ai contenuti espressi, che devono però essere applicati con responsabilità» hanno commentato infatti in maniera congiunta Fabrizio Vigni e Francesco Ferrante, rispettivamente presidente e membro dell´esecutivo nazionale.
Che aggiungono che «è però necessario che le Regioni lo applichino valutando gli interventi necessari ed evitando quei condoni, quegli abusi e quegli scempi ambientali presenti nel testo
originario ideato da Silvio Berlusconi».

La preoccupazione non sembra comunque del tutto fugata, dato che, aggiungono Vigni e Ferrante, «inevitabilmente un accordo quadro presenta delle maglie larghe su cui si dovrà esercitare un´attenta sorveglianza e sul quale gli Ecodem apriranno un confronto in ogni territorio».

Come il fatto che venga lasciata la possibilità alle singole regioni di ampliare la soglia del 20%
E auspicano che anche l´ampliamento del 20% venga vincolato dalle leggi regionali alla riqualificazione energetica così come è previsto per la possibilità di ampliamento del 35% in caso di demolizione e ricostruzione.

Abbastanza positivo anche il commento di Legambiente, che reputa che l’attuale accordo potrebbe e scongiurare la possibilità – prevista nelle prime proposte del Governo – di costruire e cementificare ovunque senza necessità di particolari autorizzazioni, anche se preoccupata da quanto potranno fare le regioni.

«Bene aver bloccato gli aspetti più dannosi per le nostre città e paesaggi - ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Sebastiano Venneri - molta attenzione però, dovrà essere posta ora sulle decisioni delle Regioni che ereditano, sostanzialmente, una scatola vuota, da riempire di regole e contenuti» e che «dovranno dare a questo strumento un senso utile e fruttuoso senza trasformarlo nel grimaldello per autorizzare scempi sconsiderati».
Per questo Legambiente, ha annunciato Venneri, «creerà subito un osservatorio specifico per vigilare sulle scelte delle Regioni, affinché scelgano la strada dell’innovazione e della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio».

«Inoltre - sottolinea Venneri - sarebbe utile che nel momento in cui si introducono alcune semplificazioni, queste riguardino in primo luogo la possibilità di rendere la vita più semplice a chi vuole installare un pannello solare sul tetto, rendendolo un atto libero in tutti gli edifici non vincolati».
Quindi la palla passa ora alle Regioni, che evitato che venissero espropriate delle loro prerogative costituzionali, hanno adesso la responsabilità di fare in modo che questo piano casa, non rappresenti l’occasione di promuovere e legalizzare interventi che possano provocare scempi sul territorio.

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