[01/04/2009] Comunicati

Bonn: i tre meccanismi cinesi per battere il cambiamento climatico

LIVORNO. Ai Bonn climate change talks il capo della delegazione cinese, Su Wei, ha esortato i Paesi sviluppati ad impegnarsi di più per dare un sostegno ai Paesi in via di sviluppo nella lotta contro il cambiamento climatico.
Secondo quanto ha detto Su all’agenzia Xinhua, «il successo del summit di Copenhagen dipenderà della conclusione o meno di un accordo sostanziale. Occorre instaurare tre meccanismi internazionali per affrontare le sfide climatiche. Primo, i Paesi sviluppati devono togliere tutte le barriere per favorire il trasferimento di nuove tecnologie ai Paesi in via di sviluppo Secondo, l’adozione di un meccanismo efficace è necessaria per permettere ai Paesi in via di sviluppo di profittare dei finanziamenti offerti dai Paesi sviluppati. Infine, deve essere stabilito un meccanismo di sorveglianza per controllare il trasferimento di tecnologie e di finanziamenti».

Secondo il massimo negoziatore cinese a Bonn, «La conferenza di Copenhagen avrà due missioni: una sarà quella di fissare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra a medio termine, i Paesi sviluppati devono procedere entro il 2020 ad una riduzione delle emissioni tra il 25 e il 40% sulla base del livello del 1990, l´altra di rendere sostanziali le modalità di attuazione per l’applicazione della Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici, conformemente con la road map di Bali».

E’ chiaro che la Cina negli 8 mesi che ci separano dal summit climatico di Bali vuole rafforzare il suo ruolo di leader delle economie emergenti mantenendo quello di “protettore” dei Paesi poveri. Su ha detto con molta enfasi: «Nel corso degli ultimi due secoli, i Paesi sviluppati hanno emesso senza freni emissioni di gas serra, una delle principali cause del cambiamento climatico globale, e i Paesi in via di sviluppo sono le principali vittime dei cambiamenti climatici. I Paesi sviluppati hanno l’obbligo e la responsabilità di ridurre le loro emissioni di gas serra e di aiutare i Paesi in via di sviluppo. La Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici ha definito le responsabilità dei Paesi sviluppati, ma essi non sono riusciti a progredire nella messa in opera di questa Convenzione nel corso degli ultimi 10 anni. La chiave per trovare un accordo si trova nella volontà politica dei Paesi sviluppati».

Per i cinesi la posizione della nuova amministrazione Usa di una riduzione delle attuali emissione di gas serra del 15 – 16% entro il 2020 è incoraggiante, ma Su ricorda che però «l´attuale obiettivo fissato dalla Casa Bianca è ancora lontano dall’obiettivo della Convenzione Onu».

Positivo il giudizio cinese sulle posizioni ribadite a Bonn da Unione europea e Giappone, con quest’ultimo che ha rivisto radicalmente la sua vecchia alleanza eco-scettica con Bush.

Secondo Su, «Il governo cinese affida grande importanza alla lotta al cambiamento climatico ed ha già icato una serie di misure. La Cina ha giocato e vuole giocare un ruolo positivo nei negoziati internazionali sul cambiamento climatico».

Nel 2007 la Cina ha costituito un gruppo di lavoro nazionale sui cambiamenti climatici, guidato personalmente dal premier Wen Jiabao, ed ha approvato il programma nazionale sui cambiamenti climatici, il primo del genere in Cina, che indica misure e strategie per i cambiamenti climatici.

«Il governo cinese ha partecipato attivamente nei negoziati internazionali sul cambiamento climatico e abbiamo presentato le nostre proposte su quasi ogni aspetto - ha detto Su - La Cina ha svolto e sta svolgendo un ruolo positivo e costruttivo nei negoziati internazionali sul cambiamento climatico».

Torna all'archivio