[02/04/2009] Comunicati

L´Ispra: «Rendicontare l´ambiente è un pilastro dello sviluppo sostenibile»

LIVORNO. Seconda e ultima giornata dell’11esima conferenza nazionale delle agenzie ambientali e i temi affrontati sono stati le possibili integrazioni tra le politiche ambientali e sanitarie, con illustrazione dei rischi emergenti, per il miglioramento della qualità della vita; i bilanci ambientali nelle amministrazioni cittadine, vera sfida per la governance ambientale territoriale.

Questo secondo argomento è per greenreport.it quasi un’ossessione, ma in realtà dovrebbero esserlo per tutti quelli che davvero hanno come obiettivo quello della sostenibilità. Ma dall’incontro di stamani non ci sono purtroppo grosse novità.

«Non esiste ancora - ha affermato Roberto Caracciolo, responsabile del dipartimento Ambiente e metrologia ambientale dell’Ispra - alcuna disposizione formale che ne legittimi e ne regoli adozione e utilizzo. I tentativi di emanare una legge in materia di contabilità ambientale non hanno avuto esito. L’Ispra e il Sistema delle agenzie per l’ambiente hanno partecipato operativamente ad alcune esperienze a livello locale in materia di bilanci ambientali; per valorizzare il lavoro sinora svolto e per evitare che andassero completamente vanificati gli sforzi fatti nel contesto delle amministrazioni locali e del Sistema agenziale, si è ritenuto opportuno avviare un’iniziativa per promuovere la conoscenza di tali strumenti e per armonizzare i diversi approcci possibili».

“Rendicontare” l’ambiente, sostiene l’Ispra in un comunicato stampa, non è più percepito come un freno all’economia, ma ormai considerato uno dei tre assi dello sviluppo sostenibile: con questo obiettivo, si sono sviluppati nuovi strumenti di governance, il più recente dei quali è il bilancio ambientale, da poco sperimentato nella Pubblica Amministrazione. Rendere trasparente – prosegue la nota - e comunicare ciò che l’amministrazione ha realizzato, le sue scelte, le azioni e i risultati conseguiti, in due parole “responsabilità sociale”, vale a dire ogni istituzione è responsabile degli effetti che la propria azione produce nei confronti dei suoi vari interlocutori e della cittadinanza, in un’ottica di sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Ma come si alludeva in parte da quanto detto prima da Caracciolo, il problema è che non si può e non si deve scambiare il mero elenco delle cose fatte da un’amministrazione con la contabilità ambientale. Questo al massimo è un ‘rendiconto, mentre la contabilità che pretende uno sviluppo sostenibile è quella che ha indicatori standardizzati e condivisi attraverso i quali si viene a conoscenza dello stato di salute di un territorio e sulla base dei quali si fanno o non si fanno le scelte. Di questa contabilità/bilancio ambientale non c’è traccia da nessuna parte.

Sempre durante l’incontro si è parlato anche delle integrazioni tra le politiche ambientali e sanitarie. E Emilio Santori, sub commissario dell’Ispra sul tema ha detto: «Supera l’80% della spesa sanitaria, in Italia, l’incidenza delle malattie cosi dette degenerative che, per intendersi, sono conseguenti a insani stili di vita e di questa spesa, oltre il 50% è attribuibile agli over 65.

Occorre pertanto attivare un “circolo virtuoso” che faccia “guadagnare salute”, attraverso il miglioramento degli stili di vita dei cittadini con nuove proposte che abbattano le “canne d’organo” dell’organizzazione della pubblica amministrazione. Conosciamo i problemi, ora bisogna agire con soluzioni concrete, attraverso l’impegno integrato delle competenze e dei ruoli dei vari dicasteri. L’Ispra ed il Sistema delle agenzie ambientali sono lo strumento attuativo di nuovi patti istituzionali». Un’ipotesi che ci pare largamente condivisibile e che anzi sarebbe dovuta già essere da tempo ben più di una sola ipotesi…

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