[02/04/2009] Parchi

Quanti sono i cervi in Provincia di prato?

PRATO. Dopo i cinghiali ora tocca ai cervi ma la criticità pare di peso specifico diverso. La popolazione di cervi sul territorio provinciale dal 2000 sembra sia praticamente costante, anzi la stima relativa al 2008 rileva un leggero calo (si parla di 850 capi) in base ai dati della provincia. Inoltre sono aumentati gli abbattimenti ma le incursioni a valle e vicino alle abitazioni dei cervi sono sempre più frequenti e con queste aumentano i disagi per cittadini ed agricoltori. Non è ancora ben chiaro se sia eccessiva la presenza di questi animali rispetto al territorio in questione o se l’avvicinamento alle abitazioni e ai terreni agricoli sia da attribuire a fattori diversi (maggiore facilità di trovare cibo) indipendenti dal numero degli animali. In ogni modo la provincia insieme ai sindaci della Val Bisenzio ed alla Comunità montana, ha fatto fronte comune, facendosi carico di rispondere in maniera adeguata e efficace a tutte le istanze, almeno auspichiamo.

«Nella provincia di Prato nessuno è stato preso da follia di caccia nei confronti dei cervi- ha dichiarato l´assessore all´Agricoltura e alla Caccia Roberto Rosati (Nella foto)- Da tempo i cittadini residenti e gli agricoltori denunciano un disagio evidente legato alla presenza di una popolazione di cervi superiore a quella che il territorio può sopportare. La provincia ha ricevuto un documento del presidente della Comunità montana e dei sindaci della Val di Bisenzio con una richiesta di estrema attenzione al problema e di approfondimento della quantità di animali presenti sul territorio. E´ evidente che il numero di animali da abbattere per mantenere l´equilibrio ambientale non lo decide l´assessore- ha continuato Rosati- Abbiamo deciso di affidare ai tecnici competenti, a partire da quelli dell´Istituto nazionale per la fauna selvatica la determinazione dei provvedimenti da prendere. Del resto la provincia di Prato in questi anni ha investito ingenti risorse per la salvaguardia e la valorizzazione dell´ambiente e per la gestione, moderna ed equilibrata, dell´attività venatoria» ha concluso l’assessore.

Attualmente è prevista la possibilità di abbattere fino a 94 capi, un numero considerato insufficiente da Comunità montana, sindaci e dalla stesso assessore Rosati (che allora entra nel merito). La strada giusta sembra quella imboccata nelle ultime settimane, quando la stessa amministrazione provinciale ha sollecitato una serie d´incontri con la Regione Toscana, Atc (Ambiti territoriali di caccia) e Infs (Istituto nazionale fauna selavatica) per rappresentare lo stato d´estremo disagio dei territori della Val di Bisenzio ed ha dichiarato la disponibilità ad indicare risorse per il ripristino della qualità ambientale, un piano per rimettere a coltura terreni in zone dell’alta valle e ripristinare pascoli che costituiscano una risorsa per gli animali tale da evitare la loro discesa a valle.

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