[03/04/2009] Energia

Decreti polpettone, bacchette magiche e carbone pulito

LIVORNO. Nel decreto incentivi approvato con voto di fiducia ieri alla Camera, e che dovrà essere confermato al Senato entro il 12 aprile, vengono eliminati, grazie ad un emendamento, i vincoli burocratici per convertire le vecchie centrali inquinanti per la produzione di elettricità in nuove strutture a carbone “pulito”. Tra queste la centrale Enel di Porto Tolle.

«Un inaccettabile inganno da prestigiatore contro le norme italiane ed europee» lo definiscono Legambiente, Greenpeace e Wwf che in una nota congiunta aggiungono: «Invece che puntare sulle rinnovabili, come Usa, Germania e altri Paesi leader nel mondo l´Italia torna al carbone e al nucleare, una scelta di retroguardia che non tiene conto dello scenario internazionale di promozione delle tecnologie verdi in campo energetico e ambientale».

Un vero e proprio blitz secondo gli ambientalisti, con cui «il Governo fa carta straccia degli impegni internazionali per la riduzione delle emissioni di gas serra, per i quali l’Italia è già inadempiente, e dei nuovi impegni europei per lo sviluppo delle fonti rinnovabili al 2020».

Le 12 centrali a carbone attive in Italia hanno prodotto nel 2007 il 14% del totale dell’energia elettrica a fronte di un’emissione del 30% dell’anidride carbonica emessa per la produzione complessiva di elettricità.

Una politica energetica quella del Governo che viene definita «ottusa e antistorica perché «riporta il Paese al medioevo energetico, proprio mentre il resto del mondo guarda con fiducia a una nuova rivoluzione tecnologica pulita, efficiente e rinnovabile per salvare il pianeta dai cambiamenti climatici e per creare nuovi milioni di posti di lavoro verdi con cui affrontare la crisi economica».

La centrale Enel di Porto Tolle, che si vorrebbe convertire a carbone e avrà ora un percorso più facile grazie a questo emendamento, si trova al centro di un parco naturale, quello del Delta del Po, patrimonio dell’umanità per l’Unesco.
«Con questo emendamento - scrivono Greenpeace, Legambiente e Wwf - il Governo approva una deroga inaccettabile alla legge regionale che istituisce il parco naturale e che vieta espressamente l’utilizzo del carbone, permettendo la riconversione del nuovo impianto che aggiungerà 10 milioni di tonnellate di Co2 ai ritardi dell’Italia rispetto agli obblighi di riduzione previsti dal Protocollo di Kyoto e che comporterà impatti devastanti per il delicato ambiente del Delta del Po, come il passaggio di 3000 chiatte all’anno per portare il carbone all’impianto».

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