[06/04/2009] Comunicati

L’Iucn ai G20: ora mantenete le vostre promesse verdi

LIVORNO. Secondo la International Union for Conservation of Nature (Iucn) il G20 a Londra si è trovato d’accordo su quello che l’Iucn e molti altri vanno dicendo da tempo: «La ripresa economica deve essere inclusiva, verde e sostenibile». Ma l’Iucn teme che le promesse fatte riguardino buoni propositi a lungo periodo, mentre subito si rischia che non venga fatto niente: «L’ambiente non può essere una nota a piè di pagina, deve essere al centro del recovery plan. Una cena e un giorno non sono molto tempo per i leader delle maggiori economie del mondo per prendere decisioni. Sono destinati ad essere elogiati per il raggiungimento di un accordo su una vasta gamma di azioni specifiche per rafforzare i mercati finanziari, migliorare la stabilità macroeconomica, promuovere gli investimenti, incrementare il commercio e mantenere gli obiettivi per lo sviluppo – dice l’Iucn - Ma deve essere fatto molto di più. Le nostre infrastrutture naturali sono fondamentali per i nostri sforzi per ricostruire le infrastrutture economiche e questo deve tradursi in piani di recupero».

Il vice direttore dell’Iucn, William Jackson, spiega che «Non vi è dubbio che il G20 abbia usato le parole giuste, ma guardando con più attenzione si scopre il consueto approccio “business-as-usual”. Crescita economica, mercati finanziari, lavoro e natura, non esiste una divisione. Senza ambienti naturali prosperi, non c’è alcuna speranza di economie, società e popoli prosperi. E i dettagli del piano generale del G20 non tengono conto di questo».

Il documento finale del G20 ha promesso di realizzare una transizione pulita, innovativa, con un utilizzo efficiente delle risorse, con tecnologie ed infrastrutture a basse emissioni di carbonio e i leader delle maggiori economie del pianeta hanno riaffermato il loro impegno ad affrontare l´incombente minaccia di un cambiamento climatico irreversibile e di voler raggiungere a dicembre un accordo alle Conferenza Onu sui cambiamenti climatici a Copenaghen.

L’Ucn auspica di poter continuare a lavorare con i governi del G20 per i prossimi otto mesi «per fare di questa dichiarazione una realtà». Jeffrey McNeely, chief scientist dell’Iucn, sottolinea che «Ora i leader del G20 prevedono di arrivare ad un accordo a Copenaghen. Ma solo una visione globale, in particolare per stabilizzare i livelli atmosferici di gas serra a meno di 350 parti per milione, potrà permettere di evitare l´incombente catastrofe irreversibile del cambiamento climatico».

Certo, l´impegno dei leader del G20 per la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del Millennio, in particolare il mantenimento degli aiuti allo sviluppo e gli obiettivi di sostegno all´Africa sub-sahariana, sono da accogliere con favore, ma Jackson esorta i governi e le banche per lo sviluppo a garantire che i pacchetti di stimolo per i Paesi poveri abbiano chiare priorità per quanto riguarda l´uso sostenibile delle risorse naturali: «Gli investimenti devono andare alla lotta contro la perdita di biodiversità, al ripristino delle terre e dei mari degradati, alla protezione dei servizi che la natura offre, come l´acqua potabile e i terreni fertili. I governi e le banche per lo sviluppo devono assicurare che investiranno nelle cose giuste, con chiare priorità e criteri. Per realizzare il recupero e la crescita sostenibili, occorre investire sugli ambienti naturali, nonché sulle popolazioni dalle quali dipende la loro gestione, questo non è negoziabile».

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