[08/04/2009] Parchi

Iraq, la difficile difesa di una fauna unica

LIVORNO. Nature Iraq (la Lipu irachena) ha completato la sua quinta indagine invernale sulle Key biodiversity areas (Kba) in un Paese ancora sconvolto da guerra ed attentati ma che cerca faticosamente di capire cosa è rimasto del suo patrimonio culturale e naturale.

Il presidente di Nature Iraq, Alwash Azzam, ha sottolineato che «Dal Kurdistan nel nord, alle paludi mesopotamiche nel sud del paese, le nostre indagini hanno messo in evidenza l´importanza globale dell´Iraq per gli uccelli, la biodiversità e le persone».

Il team di Nature Iraq, Insieme a diversi avvistamenti di specie endemiche di uccelli minacciati di estinzione, ha scoperto una sottospecie endemica di lontra e rilevato una sempre più preoccupante siccità.

Gli ambientalisti iracheni lavorano dal 2005 insieme al ministero dell’ambiente di Bagdad per condurre ricerche e monitorare le Kba. «Il progetto "Il “Nature Iraq’s Kba project” ha cercato di individuare e valutare le potenziali aree della diversità biologica e di installare un programma di monitoraggio» spiega Alwash sul sito di BirdLife international.

Le ricerche svolte quest’inverno hanno riguardato 65 siti (12 in Kurdistan e 53 nel centro e nel sud dell´Iraq), tra i quali 14 nuovi e Ibrahim Al-Khader, direttore di BirdLife per il Medio Oriente, evidenzia che «Due team hanno lavorato duramente per catalogare l´ecologia unica dell´Iraq. BirdLife partnership continuerà a sostenere Nature Iraq nel lavoro per individuare e conservare siti importanti per la biodiversità a livello globale».

E le “scoperte” importanti non sono mancate davvero: «Quest’inverno abbiamo osservato uno stormo di 410 oche lombardella minore (Anser erythropus) e un numero considerevole di aquila imperiale orientale (Aquila heliaca), vulnerabile, in Kurdistan», ha detto Korsh Ararat, a capo dei ricercatori del Nature Iraq’s KBA nel nord del Paese.

I bacini mesopotamici nel sud dell´Iraq sono particolarmente importanti per lo svernamento degli uccelli acquatici «Dato che sono uno dei più importanti complessi di zone umide del Medio Oriente, se non del mondo, queste paludi sono essenziali per la conservazione di molte specie di uccelli, nonché di altri animali selvatici – spiega Mudhafar Salim che dirige le ricerche Nature Iraq’s Kba nelle paludi meridionali - Abbiamo osservato ibis sacri africani (Threskiornis aethiopicus) e Aninga africane (Anhinga rufa) che fanno delle paludi mesopotamiche uno dei pochi siti noti solo in Medio Oriente per questi uccelli.

Inoltre abbiamo registrato oltre 5.000 anatre marmorizzate (Marmaronetta angustirostris), 2.340 pittime reali (Limosa limosa) e 7 aquile anatraie maggiori (Aquila clanga) tutte specie minacciate globalmente o a rischio».

Da sempre la grande area paludosa tra il Tigri e l´Eufrate riveste una vitale importanza per fornire cibo, soprattutto pesce e riso, agli iracheni, ma le “bonifiche” volute dalla dittatura di Saddam Hussein hanno interessato (e devastato) il 90% delle aree umide meridionali, costringendo gli abitanti, gli arabi delle paludi, a fuggire dalle proprie terre.

Alwash spiega la vastità dei danni provocati da questa politica megalomane che aveva anche lo scopo di vendicarsi della “infedele” comunità sciita: «Durante questo periodo le temperature medie sono aumentate nella zona di cinque gradi centigradi».

Dopo il crollo del regime del Baath è iniziato il recupero delle paludi e l’acqua è ritornata ad affluire in queste zone umide di importanza internazionale, ma molto lavoro resta da fare per salvare un habitat di vitale importanza che è indispensabile per la sopravvivenza della biodiversità nella regione.

Attualmente le zone umide irachene coprono 9.000 km2, più di 13 milioni di campi da tennis, e fare ricerche accurate su un’area così vasta è un compito difficile anche in Paesi avanzati, figuriamoci in uno Stato devastato da due guerre e dove continua una guerriglia omicida, ma nonostante tutto ai coraggiosi ricercatori iracheni le soddisfazioni non mancano: «Recentemente siamo stati molto contenti quando abbiamo scoperto una sub-specie endemica di lontra, la vulnerabile Lutrogale perspicillata maxwelli – dice Mudhafar Salim - Questo indica che c´è ancora molto da trovare!».

Ma l’entusiamo dei ricercatori iracheni deve fare i conti con la siccità che sta facendo evaporare le paludi che ricevono sempre meno acqua a causa di dighe, sbarramenti, canali e deviazioni costruiti a monte: «Le inondazioni sono state azzerate dalle dighe costruite in Turchia, Siria e Iraq spiega Alwash Azzam - Il flusso naturale del sistema non potrà essere ristabilito a meno che le dighe, in Iraq e fuori, non vengano attivamente gestite come parte di un bacino e di una gestione coordinata del Tigri e dell´Eufrate. Come risposta, Nature in Iraq sta attualmente producendo un piano di gestione della siccità».

L’associazione ambientalista irachena sta anche realizzando un programma di sensibilizzazione rivolto ai cacciatori nella regione di Bassora, e Alwash è sicuro che «La nostra campagna sulla caccia contribuirà a conservare la specie globalmente minacciate come l’anatra marmorizzata».

Nature in Iraq aderisce alla campagna di BirdLife “Born to Travel” che vuole migliorare lo stato di conservazione degli uccelli migratori e dei loro habitat lungo le rotte migratorie afro-euroasiatiche e “Born to Travel” è anche l’occasione per questi ammirevoli ambientalisti-ricercatori, che vivono e lavorano in una situazione tanto difficile, per trovare quel sostegno economico e politico necessario per fare davvero la differenza per la sopravvivenza degli uccelli migratori iracheni e per la biodiversità e le preziosi paludi dell´Iraq.

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