[09/04/2009] Acqua

L’Italia rispetta i limiti europei sul cromo VI nell’acqua potabile?

BRUXELLES. Monica Frassoni (nella foto), presidente dei Verdi/Ale al Parlamento europeo, ha presentato oggi un´interrogazione scritta alla Commissione europea sulla bonifica delle acque di falda dell´acquedotto di Treviglio in Lombardia. «La falda ha subito negli ultimi decenni la contaminazione da parte di varie sostanze. In particolare vi è stato a partire del 2000 un inquinamento da Cromo VI provocato dalla società Castelcrom di Ciserano - scrive la Frassoni - Con la cessazione delle attività produttive della Castelcrom è stata avviata la bonifica, tramite diluizione delle falde inquinate. Falde che alimentano la rete di acqua potabile del comune di Treviglio. I valori di Cromo VI sono stati così abbattuti fino a raggiungere una concentrazione di 25 microgrammi/litro, valore che la regione Lombardia ha considerato soddisfacente e che quindi ha condotto alla decisione di interrompere le attività di bonifica nonostante la legislazione in materia (legge nazionale in materia di bonifiche DM 471/1999 e D.Lgs 152/2006) fissi una "soglia di contaminazione" per il cromo VI a 5 microgrammi/Litro».

Secondo la presidente del gruppo Verde dell’Europarlamento questo sarebbe in contrasto con la Direttiva europea 98/83 sulla qualità delle acque per il consumo umano, che fissa dei limiti rispetto ad alcune sostanze inquinanti. «Gli Stati membri stabiliscono poi i valori parametrici che devono corrispondere almeno ai valori previsti dalla direttiva – sottolinea la Frassoni - Per il cromo (III e VI) il limite di legge in acqua potabile è fissato con decreto legislativo 31/2001 in 50 microgrammi/litro».

L’esponente Verde chiede alla Commissione Ue «se ritiene che l´Italia, tenuto conto della possibilità per gli Stati membri di fissare dei livelli di contaminazione più stringenti rispetto ai valori fissati della direttiva 98/83, e avendo l´Italia riconosciuto nella sua legislazione in materia di bonifica che un valore di Cromo VI pari a 5 microgrammi/litro sia da considerarsi sufficiente per attuare interventi di bonifica, non rispetti pienamente l´obbligo di tutela della salute previsto dalla Direttiva 98/´83 mantenendo nella sua normativa nazionale di recepimento un valore che, seppur in linea con quanto fissato a livello europeo, supera quanto ritiene in altra legislazione nazionale come livello di soglia di contaminazione».

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