[09/04/2009] Comunicati

Gli Usa guardano (anche) al sistema di raffreddamento dell´aria per la lotta contro il Gw?

WASHINGTON (Usa) – Rattoppare il clima della Terra raffreddando il riscaldamento globale – un’idea radicale già abbandonata una volta sfuggita di mano - è in corso di discussione da parte della Casa Bianca come una potenziale opzione d’emergenza. A dirlo è stato ieri sera il consulente scientifico del neo presidente americano, John Holdren.

Questo discussione alla Casa Bianca viene fatta perché il riscaldamento globale sta avanzando molto rapidamente, ha detto all´Associated Press John Holdren, nella sua prima intervista da quando è stato confermato. Tale tecnologia è definita geoingegneria e tra le possibilità sollevate da Holdren e proposta da uno scienziato vincitore di un premio Nobel, c´è anche quella di sparare particelle di polveri inquinanti sopra l’atmosfera per riflettere i raggi del sole.

Utilizzare tale misura sperimentale è pensato solo come ultima risorsa, ha detto Holdren. «Deve essere studiata - ha detto perché non abbiamo il lusso di ... poter tener fuori dal tavolo alcun approccio».

La sua preoccupazione è che gli Stati Uniti e altre nazioni non rallentino il riscaldamento globale abbastanza velocemente e che vari "tipping point" potrebbero essere raggiunti in tempi molto brevi. «Una volta che questi traguardi saranno raggiunti, come ad esempio la perdita completa di ghiaccio in estate nel mare Artico, - ha detto - aumenterà la possibilità di conseguenze davvero insostenibili».

Due volte in un colloquio di mezz´ora, Holdren rispetto al riscaldamento globale in corso ha parlato di «una macchina con i freni rotti che guida verso una rupe nella nebbia». Lui e molti esperti ritengono che il riscaldamento di alcuni gradi possa determinare disastrose condizioni di siccità e scarsità di cibo in alcune regioni, l´aumento dei mari e uragani più potenti in altri.

In un primo tempo, queste idee Holdren le ha tenute come un proprio punto di vista. Stavolta, è invece andato a sollevare questa discussione in amministrazione. «Stiamo parlando di tutte queste questioni alla Casa Bianca - ha detto Holdren - C´è un vigoroso processo in corso di discussione su tutte le opzioni energetiche per affrontare la sfida del clima».

Holdren ha detto che le discussioni coinvolgono il gabinetto dei funzionari e i capi di gabinetto di livello sub-agenzie, come la Nasa e l´Agenzia per la protezione ambientale. Il 65enne vecchio fisico è ben lungi dall´essere il solo a prendere sul serio la Geoingegneria. L´Accademia nazionale delle scienze la sta mettendo come tema del primo seminario nel suo nuovo programma sulla sfida del clima rivolto a responsabili politici, scienziati e pubblici cittadini. Anche il parlamento britannico ha discusso l´idea. Nel corso di un incontro internazionale di scienziati del clima il mese scorso a Copenhagen, 15 incontri hanno affrontato vari aspetti della geoingegneria.

L´American meteorological society sta lavorando a una dichiarazione politica che sostiene «è prudente considerare il potenziale della geoingegneria, per capire i suoi limiti e per evitare una precipitosa diffusione». La settimana scorsa, lo scienziato di Princeton Robert Socolow ha detto che all´Accademia nazionale che la geoingegneria dovrebbe essere un’opzione disponibile nel caso in cui il clima peggiori drammaticamente.

Holdren, vincitore di una borsa di studio nel 1981 dal MacArthur Foundation "genius", ha illustrato le possibili opzioni della geoingegneria:

- Sparando particelle di zolfo (come quelle prodotte da impianti di energia e vulcani, per esempio) in atmosfera, un’idea che ha preso piede quando è stata proposta dal premio Nobel Paul Crutzen nel 2006. Sarebbe «fondamentalmente - ha detto Holdren - simulare l´effetto di vulcani nella proiezione all’esterno della luce solare in arrivo».

- Creazione artificiale di "alberi" - gigantesche torri che succhiano il biossido di carbonio dall’aria e lo trattengono.

Il primo progetto dovrebbe essere «provare a produrre un effetto di raffreddamento del sistema di riscaldamento per compensare l´effetto di biossido di carbonio e altri gas a effetto serra», ha detto Holdren. Ma ha detto che ci potrebbero essere gravi effetti collaterali (…).

Ma mentre l´idea potrebbe essere ritenuta da alcune persone come troppo rischiosa, l´amministrazione Obama potrebbe ottenere un sostegno inconsueto all´idea da gruppi che hanno spesso negato i danni del riscaldamento globale in passato.

Il think tank conservatore American enterprise institute ha un proprio progetto di geoingegneria e sostiene che potrebbe essere «fattibile ed efficace rispetto ai costi». (…) Holdren non ha precisato comunque mai in quali circostanze tali misure estreme potrebbe essere utilizzate, ma anzi ha sottolineato che non sono cose sulle quali al momento è possibile contare.

«Sarebbe di gran lunga preferibile - ha detto - risolvere questo problema attraverso la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra». Tuttavia è stata già registrata una forte opposizione al progetto di Barack Obama per ridurre le emissioni di gas serra del 20 per cento entro il 2020 e dell’80 per cento entro il 2050.

Holdren ha detto che le temperature dovrebbero essere tenute sotto l’aumento di 3,6 gradi. Per arrivarci, ha detto, gli Stati Uniti e gli altri paesi industrializzati devono iniziare un permanente e drammatico taglio dell’inquinamento di anidride carbonica entro il 2015, con i paesi in via di sviluppo che seguano l’esempio entro un decennio.

Tali sforzi sono una corsa contro i tre punti “tipping points” da lui citati: la perdita del ghiaccio marino artico estivo, che ha il potenziale di modificare il clima in modi imprevisti. Gli altri elementi che potrebbero drammaticamente accelerare i cambiamenti climatici sono il rilascio di metano congelato per colpa dello scioglimento del permafrost in Siberia, e più grandi e più numerosi incendi in tutto il mondo. Il guaio è che nessuno sa quando queste cose avverranno, ha detto.

Intervista realizzata dall´Associated Press e liberamente tradotta da Alessandro Farulli


Torna all'archivio