[09/04/2009] Aria

Arpat: «Dai dati 2008 criticità per pm10, No2, ozono in provincia di Firenze»

FIRENZE. Criticità per Pm10, NO2, Ozono. Rispetto dei limiti per quanto riguarda il benzene, e situazione di «ampia conformità» per SO2, CO. Conformi anche il benzo[a]pirene e i metalli pesanti (arsenico, cadmio, nichel e piombo), attualmente sottoposti a monitoraggio sperimentale e i cui dati sono pubblicati per la prima volta. Dall’anno prossimo saranno pubblicati anche i dati relativi al Pm2.5, in conseguenza dell’installazione di nuove centraline ad hoc, niente da fare quindi, per il momento, per quanto riguarda la misurazione delle nanopolveri di grandezza inferiore a un micron. Questa la sintesi dei dati, presentati oggi da Arpat, relativi al monitoraggio della qualità dell’aria nella provincia di Firenze per l’anno 2008.

La qualità dell’aria in provincia viene definita «sostanzialmente stabile, con il permanere delle criticità relative al Pm10, agli ossidi di azoto e all’ozono». Più dettagliatamente, nell’area omogenea corrispondente a Firenze e ai comuni dell’hinterland si riscontra una sostanziale stabilità (anzi un lieve trend di diminuizione) delle medie annuali della concentrazione di Pm10, che dal 2004 non hanno più superato il valore-soglia medio. Ma permangono comunque «situazioni di difformità riguardo alla media annuale all’interno dell’aria fiorentina». Riguardo ai giorni di superamento della concentrazione di 50 µg/m3, invece, il trend è in lieve salita dal 2005, e la situazione peggiore si riscontra nell’area del comune di Firenze, dove peraltro nel corso dei primi tre mesi del 2009 (41 sforamenti, al 30 marzo) è già stato superato il limite-soglia di 35 giornate di sforamento nell’intero corso dell’anno.

Riguardo al diossido di azoto (NO2), Arpat certifica che «non si rileva più ormai da alcuni anni la tendenza al miglioramento che caratterizzava questo inquinante fino al 2001-02, presumibilmente a causa della maggiore incidenza dei veicoli diesel». La situazione è definita «critica, in particolar modo nell’area fiorentina, soprattutto a livello di media annuale sia in siti prossimi a strade ad alto traffico sia in siti “di fondo” urbano». Secondo Alessandro Franchi di Arpat, «dovunque ci sia combustione, produzione di calore o di freddo ci sono emissioni di NO2 e altri ossidi di azoto (NOx), che peraltro a loro volta sono precursori dell’ozono. Anche se Arpat si occupa di certificare e non di indicare soluzioni, credo che per il traffico veicolare occorrerebbe cambiare mentalità e stili di vita. La situazione di Firenze non è straordinaria, è tipica delle grandi città: ma ci vuole uno sforzo maggiore, anche perchè polveri e Nox non sono come il piombo che anni fa era presente nella benzina, e che è stato eliminato con agilità utilizzando altri tipi di benzina: le polveri e gli NOx sono più complicati da affrontare.

Su questo aspetto concorda anche il direttore generale di Arpat, Sonia Cantoni, che ha osservato come sia «inutile, per la salute dei cittadini, chiudere il traffico 3 giorni dopo il superamento dei valori-soglia, perchè questi inquinanti hanno molte forme di emissione e tendono a riformarsi anche successivamente all’emissione».

Infine, riguardo all’ozono, si evidenzia un quadro di «consolidata criticità», nonostante «la forte riduzione di episodi acuti con elevati livelli orari registrati negli anni ‘90» e la «decisa tendenza al calo registrata nel 2008» dovuta «in parte alle condizioni di instabilità meteo registrate nel periodo estivo», in particolare nel mese di giugno. L’ozono è l’unico inquinante su cui sussistono obblighi di allarme anche in occasione di sforamenti di poche ore, mentre le azioni di contrasto al pm10 si basano sulle medie annuali o sul numero di sforamenti avvenuti nel corso dell’intero anno.

Questo ultimo aspetto desta perplessità nel presidente di Legambiente Firenze, Angelo Cappelletti, che ritiene che «Arpat, essendo un servizio pubblico, si tiene basso riguardo all’allarme insito in questi dati: visto che già ci sono stati oltre 35 sforamenti, la situazione è invece da definire allarmante. Allora, non tocca ad Arpat, ma comunque occorre agire nell’immediato e non attendere fine 2009 per avere i dati annuali: in questi 3 mesi i cittadini di Firenze i gas li hanno già respirati, e continuano a farlo».

Appare interessante adesso attendere di vedere se (e come) i candidati alle prossime elezioni comunali e provinciali terranno debito conto, nella loro piattaforma propagandistica e nel loro progetto politico, dei dati relativi alla qualità dell’aria. Il dibattito sulla tramvia e sulla mobilità è ormai infatti diventato centrale nel confronto politico locale, soprattutto nel capoluogo dove, fin da molto prima del referendum di febbraio 2008, la contrapposizione riguardo alle 3 linee tramviarie è diventata uno degli argomenti più dibattuti, ed è considerata tra gli ambiti di confronto più dirimenti nella battaglia politica in termini di attrazione del consenso.

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