[10/04/2009] Energia

Esplosione di un gasdotto: il Turkmenistan accusa Gazprom

LIVORNO. L’esplosione di un gasdotto nella notte tra mercoledi e giovedi, che ha causato l’interruzione delle forniture di gas, sta provocando un incidente dipolomatico tra il governo di Ashgabat e la Russia.

Una nota ufficiale turkmena accusa oggi una filiale del colosso energetico russo Gazprom di essere responsabile dell’esplosione: «Il ministero degli affari esteri informa che il 7 aprile 2009 la compagnia Gazpromexport ha, senza averne precedentemente informato la parte turkmena, bruscamente ridotto i volumi di gas naturale turkmeno pompati. In seguito, un incidente si è prodotto sul gasdotto che trasporta il gas turkmeno in Russia. Tali azioni da parte di Gazpromexport sono irriflessive e irresponsabili, perchè mettono in pericolo la vita e la salute delle persone e sono suscettibili di conseguenze ecologiche imprevedibili. Si tratta di una violazione grossolana ed unilaterale delle clausole del contratto di fornitura.

L’esplosione, che si è prodotta al chilometro 487 di una ramificazione del gasdotto, nelle vicinanza del confine con l´Uzbekistan, ha causato l’interruzione delle fornitura di gas turkmeno alla Russia, ma Gazprom si è precipitata a minimizzare e ad assicurare che l’interruzione non avrebbe avuto alcun impatto sulla fornitura di gas ai consumatori russi.

Un atteggiamento che ha infastidito non poco il Turkmenistan che «Spera che la direzione della compagnia russa interessata farà chiarezza sulle cause di questo evento, verificherà le attività dei suoi lavoratori, prenderà tutte le misure necessarie per evitare la ripetizione di tali incidenti».

L’esplosione, oltre a mettere in cattiva luce le capacità gestionali di Gazprom (che solo pochi giorni fa accusava di inaffidabilità i gestori dei gasdotti ucraini), rischia di compromettere il patto energetico tra la Russia e l’ex repubblica sovietica dell’Asia centrale. Nel 2008 il Turkmenistan ha esportato verso la Russia più di 47 miliardi di metri cubi di gas sui 70,5 prodotti in totale dal Paese, una gran parte di questo gas poi finisce esportato da Gazprom nell’Unione europea.

Intanto i russi hanno ben altri problemi nel Caucaso, dove il terrorismo indipendentista e filo islamico sembra aver preso di mira proprio i gasdotti: stamattina in Daghestan, una repubblica autonoma russa, sono stati scoperti due ordigni esplosivi piazzati proprio su un gasdotto e un’esplosione ha ucciso un poliziotto che tentava di disinnescarne uno, senza però danneggiare la condotta.

Mentre scriviamo, agenti del Servizio federale di sicurezza (Fsb) stanno tentando di disinnescare l’altra bomba piazzata sotto il gasdotto Mozdok-Gazimagomed, a un chilometro di distanza dall’altro ordigno.

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