[14/04/2009] Trasporti

Sboccia l´amore tra flotte aziendali e car sharing

LIVORNO. I parchi auto aziendali stanno subendo una contrazione a causa della crisi, si legge oggi su un inserto del Sole 24 ore: le aziende acquistano meno auto e quando decidono di acquistarle puntano su modelli più piccoli e meno costosi. Ma le aziende si rivolgono sempre più spesso anche ai servizi car sharing, nelle città (poche ancora) dove questi servizi sono attivi. Da una ricerca sul settore, realizzata da Iniziativa car sharing (Ics) e presentata recentemente a Roma, emerge infatti che ad essere abbonate al car sharing sono in prevalenza aziende private (92%) e che poco meno della metà di queste (il 40%) non ha un’auto di proprietà. Si tratta nell’assoluta maggioranza di aziende piccole, con meno di 15 dipendenti, e che sono situate nel 40% dei
casi all’interno di Ztl o in aree che prevedono il pagamento della sosta in strada.

Gli abbonamenti aziendali risultano anche quelli con una maggiore anzianità dell’abbonamento e con una frequenza maggiore di utilizzo. Ancora uno spaccato non di grandi dimensioni, ma sicuramente più avanti delle aziende della pubblica amministrazione, che solo per l’8% ricorrono a questo tipo di servizio di auto in affitto.

Dal rapporto Ics, si delinea un nuovo approccio, non solo delle aziende ma anche tra i singoli, a trasformare la concezione dell’auto da puro possesso (quando non addirittura status symbol) a mero servizio.
E il car sharing, laddove esiste, è un servizio che pare essere quindi molto apprezzato, con un voto medio di 7,7 e che a Parma e Torino che sono le prime della classe, arriva a 8,1.

Il profilo medio di un utente di car sharing mostra un’età adulta, è un uomo (58% rispetto al 41% di donne) ha un alto livello di scolarizzazione (41% ha un titolo di studi superiore e il 52% è laureato), è lavoratori dipendente (52% a fronte del 22% dei liberi professionisti).

Gli utenti di car sharing abitano per un terzo in una zona a traffico limitato, e nell’assoluta maggioranza dei casi risiedono in una zona con il pagamento della sosta in strada, ma non risultano degli “auto-dipendenti”: nella maggioranza dei casi non posseggono un’auto e se ce l’hanno è una utilitaria.

L’indice medio di utilizzo settimanale dell’auto, tra gli utenti di car-sharing, raggiunge il 3,5 (contro il 5 che si rileva a livello nazionale) e in media i chilometri percorsi sono meno di 1000 al mese.
La quota più alta di utenti (il 47%) utilizza il car sharing per distanze entro i 50 chilometri se si tratta di privati mentre tra le aziende il 57%, lo utilizza per distanze comprese entro i 200 chilometri, con spese mensili che sia tra i privati (il 60%) che le aziende (nel 42%) rimangono comprese entro i 100 euro.
Oltre all’auto gli utenti car sharing utilizzano moto o motorino nel 20% dei casi, la bici per il 32% e entrambi nel 10%, e con una frequenza abbastanza alta (rispetto alla media nazionale) i mezzi di trasporto pubblico. Il 39% utilizza l’autobus tutti i giorni; il 65% con una frequenza settimanale più ridotta. Mentre abitualmente (dati Isfort 2008) tra quanti utilizzano mezzi motorizzati per i propri spostamenti abituali (79%) è solo un 12, 8% a servirsi del trasporto pubblico locale.
In generale, la percezione sia di utenti privati che delle aziende è che l’adesione al car sharing abbia portato un cambiamento nelle proprie abitudini di mobilità.
Quindi la propensione a cambiare approccio verso l’uso dell’auto sembrerebbe esserci sia tra i singoli cittadini sia tra le aziende, il problema è dato dal fatto che ancora il servizio, seppur efficiente, è ancora poco diffuso.

Dieci i capoluoghi dove è possibile abbonarsi infatti al car sharing e in alcune di esse è esteso a tutta la provincia., tra cui Bologna, Milano, Torino, Modena, Palermo, Venezia dove funziona anche in provincia, ma anche a Firenze, Genova, Rimini, Parma e in via di attivazione a Padova, Savona, Brescia.
Le auto a disposizione sono attualmente 474, con le flotte più consistenti a Torino (100 veicoli), Genova (75) e Milano (70) per circa 16.000 utenti.

Ancora una goccia nel mare nel paese che è in cima alla classifica per numero di auto per residente e che meriterebbe di essere incentivato, almeno al pari dell’acquisto di una nuova auto.

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