[16/04/2009] Energia

Mar Caspio, accordo per la spartizione tra Russia, Kazakistan e Azerbaigian

LIVORNO. Russia, il Kazakistan e l’Azerbaigian si sono accordati sull’utilizzo delle risorse della parte nord del Mar Caspio. L’ambasciatore itinerante del ministero degli esteri russo, Alexandr Golovin, alla fine della venticinquesima riunione del gruppo di lavoro per lo status giuridico del Caspio, ha annunciato a Mosca che «La Russia ha firmato degli accordi con il Kazakistan e l´Azerbaigian sulla delimitazione della parte nord del Mar Caspio, regolando così le liti tra questi tre Paesi... Attualmente, si possono sfruttare le riserve della piattaforma continentale del Caspio».

La situazione della delimitazione territoriale delle acque del Mar Caspio, una delle zone del pianeta più ricche di petrolio e gas, era rimasta quella degli accordi tra Unione Sovietica ed Iran risalenti al 1921 e rivisti nel 1940, ma dopo la caduta dell’Urss i nuovi Stati indipendenti che si affacciano sul Caspio (Azerbaigian, Russia, Turkmenistan, Kazakistan ) hanno avviato colloqui e firmato diversi accordi bilaterali.

La situazione, tuttavia, non è certo chiara: l´Iran propone di dividere i fondali del Mar Caspio in cinque parti uguali, il 20% per ciascun Paese, ma l’Azerbaigian, il più piccolo degli Stati rivieraschi ma con una notevole importanza come testa di ponte per il passaggio di gas e petrolio verso l’Europa e la Turchia, non gradisce affatto le “soluzioni” iraniane perché lo obbligherebbero a cedere un terzo del suo settore del Caspio proprio a Teheran. Dal suo canto il Kazakistan chiede che alle acque del Caspio, che comunque, anche se salato, è il più grande lago del Pianeta, vengano applicate alcune clausole della Convenzione Onu del 1982 sul diritto.

Dopo la confusione seguita alla dissoluzione dell’Urss, nel novembre 2003 i 5 paesi del Caspio hanno firmato la Convenzione quadro per la protezione dell’ambiente marino del Caspio, il primo accordo multilaterale (a dir la verità non molto applicato…) che prevede la protezione del Mare dall’inquinamento industriale e dagli sversamenti di idrocarburi.

Ma quel che unisce e divide i 5 Paesi sono le riserve di gas e dei giacimenti di petrolio del Caspio che, secondo prospezioni sismiche, sono valutati in 150 milioni di barili di petrolio. Un petrolio che, malgrado la crisi economica mondiale attrae i russi di Lukoil che pensano di allargare i suoi progetti all’estero e che è già presente in Azerbaigian e Kazakistan.

Secondo il vicepresidente di Lukoil, Leonid Fedun, «I principali progetti conclusi per la Russia non subiranno più nessuna modifica. Tutti i lavori che effettuiamo all’estero sono molto efficaci. Si tratta in primo luogo della prospezione geologica. Vogliamo ampliare i nostri progetti». Lukoil estrae petrolio anche in Siberia occidentale, Egitto, Uzbekistan, Arabia Saudita, Colombia, Venezuela, Costa d’Avorio, Ghana ed Iraq.

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