[16/04/2009] Comunicati

Tra foto di gruppo e pranzi...G8 e G14 discutono anche di fame nel mondo

LIVORNO. Da domani e sino a 20 aprile la Marca Trevigiana sarà spettatrice di una staffetta sui temi dell’agricoltura a scala globale. Si parte con il G14 organizzato a Pieve di Soligo (Treviso) dalla Fipa (Federazione internazionale dei produttori agricoli) e dalla Cia e si prosegue dal 18 al 20 a Cison di Valmarino (sempre a Treviso) con il vertice (il primo della storia, fanno sapere dal sito ufficiale) dei Ministri dell´agricoltura degli otto Grandi - Italia, Canada, Federazione Russa, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d´America. Cui sono stati invitati anche rappresentanti dei paesi del G5 ( Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica insieme ad Argentina, Australia ed Egitto) e a cui parteciperanno inoltre la commissaria Ue all´Agricoltura, il Vice Ministro dell´Agricoltura della Repubblica Ceca, oltre che le principali istituzioni internazionali interessate: Banca mondiale, Fao, Ifad, Ocse, Pam, la Task Force di Alto Livello sulla sicurezza alimentare mondiale delle Nazioni Unite e l´Unione Africana.

Sarà un G8 agricolo che parlerà di sicurezza alimentare, della fame del mondo e della fluttuazione dei prezzi sul mercato, che ha ricevuto «apprezzamento» da Cia che assieme a Fipa affronterà gli stessi temi nell’ambito del G14 informale. Anche qui si parlerà di «una strategia condivisa e realmente efficace per combattere la fame nel mondo e scongiurare drammatiche emergenze alimentari, un’azione decisa per fronteggiare speculazioni sulle materie prime agricole, regole chiare per assicurare mercati equilibrati, maggior coinvolgimento nelle decisioni degli agricoltori».

Dalla riunione (al quale sono state invitate delegazioni delle organizzazioni agricole di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti, India, Brasile, Messico, Sud-Africa, Egitto, Cina e Russia, più quella della Repubblica Ceca, in qualità di presidente di turno dell’Ue e al quale è annunciata la partecipazione di delegazioni della Coldiretti e della Confagricoltura) uscirà contributo che sarà consegnato al ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, che a sua volta lo porterà alla riunione del “G-8” agricolo.

«Vogliamo fornire un contributo concreto alla riunione promossa dal governo italiano» ha dichiarato il presidente di Cia Giuseppe Politi, che ha anche sottolineato «l’impegno e l’interesse degli agricoltori a considerarsi interlocutori privilegiati proprio del vertice ufficiale agricolo».
L’obiettivo è quello di scongiurare la minaccia che si voglia dare troppa attenzione al settore no food dell’agricoltura, quando «al mondo più di un miliardo di persone muore di fame».

«Se ne prossimi trenta-quarant’anni non si raddoppierà la produzione agricola mondiale - ha dichiarato Politi - e se soprattutto non si darà un forte sostegno alla crescita del mondo agricolo nei paesi in via di sviluppo, si sforerà il dramma». Anche se chi già oggi muore di fame e chi da domani rischia la stessa fine- grazie all’attuale modello di sviluppo iniquo non tanto perché invece di coltivare prodotti destinati a cibo fa coltivazioni destinate a settori no food, ma perché non ha mai tenuto in conto della necessità della redistribuzione equa delle risorse- difficilmente potrà trarre qualche speranza da questo vertice dei G8 che farà il focus sull’agricoltura. Già per il fatto, più volte sottolineato, che ormai il modello del G8 è ampiamente superato dalla necessità di riconoscere l’interdipendenza tra il vecchio schieramento rappresentato dall’occidente e il resto del mondo, ma poi a scorrere il programma della tre giorni di vertice ufficiale, il dubbio è che si tratti più di un pretesto per il ministro Zaia di fare bella mostra dei suoi territori agli ospiti che una vera occasione di preparare un manifesto, come lo stesso ministro ha annunciato «in cui gli Stati e i grandi organismi si possano riconoscere nella lotta alla fame del mondo, nell’impegno per la sicurezza alimentare e contro la volatilità dei prezzi agricoli, per la difesa delle identità produttive». Tra foto di famiglia, aperitivi, degustazioni, pranzi, cene e visite guidate nella Marca Trevigiana, il tempo di discutere «di speculazione e degli effetti che ha avuto sulla fame nel mondo» risulta, infatti, davvero molto esiguo.

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