[22/05/2006] Parchi

Buiatti: «Politiche integrate per le economie dell´ambiente»

FIRENZE. Ha appena terminato di scrivere ‘Biodiversità’, un libro che sarà pubblicato entro la fine dell’anno per le edizioni Il Mulino, in cui spiega quali sono le reali condizioni per cui la biodiversità si perde e quali sono i servizi utili che ci danno gli ecosistemi. A Marcello Buiatti (nella foto), che è presidente nazionale di Ambiente e Lavoro e presidente del Centro interdipartimentale di biotecnologie di interesse agrario, chimico e industriale dell’Università di Firenze chiediamo di presentare la giornata mondiale della biodiversità, che si celebra proprio oggi.

«Devo confessare che ho forti dubbi sulle giornate: sono importanti per far sapere alla gente che lo vuol sapere come stanno le cose per davvero e per mettere in evidenza una problematica, ma purtroppo non spostano granché le opinioni di chi governa il mondo».

Come stanno le cose? Che cosa sta accadendo alla terra.
«E’ presto detto, noi stiamo provocando la sesta estinzione nella storia della terra, ma la stiamo provocando a una velocità mille volte più alta delle altre estinzioni che ci sono state. Questo dato è reperibile su Millenium ecosystem assessment, grande opera di sintesi della situazione ecologica mondiale commissionata dall’Onu e che ha finito i suoi lavori primavera del 2005».

Cos’è la biodiversità?
«Quello che la gente sembra non sapere è che gli animali non sono l’unica biodiversità, ne sono solo una piccola parte: la fauna è dipendente dalla biodiversità delle piante che a sua volta è dipendente dalla biodiversità del terreno e dei microrganismi…
Alla fine della catena ci siamo noi uomini: senza biodiversità gli ecosistemi crollano e dentro ci siamo anche noi. Se noi distruggiamo foresta amazzonica per coltivare la soia, dopo un po’ il terreno non sarà più fertile e noi avremo distrutto lo strato di vita sotto terra con i concimi chimici: così per un guadagno immediato avremo levato al mondo un pezzo di polmone, perché le piante assorbono anidride carbonica e riducono l’effetto serra».

Quali conseguenze per l’Italia?
«Un mesetto fa è uscito un servizio su Science, con uno studio ripreso poi da altre 8 riviste specializzate: ebbene nel 2100, a causa dell’effetto serra e dello scioglimento dei ghiacciai si prevede che due terzi del nostro Paese venga sommerso. E noi non facciamo nulla per rallentare, ma anzi acceleriamo questo processo, e i nostri giornali hanno dato alla notizia solo qualche trafiletto di poche righe. Io spererei che in occasione di questa giornata si cominciasse a ragionare non sulle parole, ma in concreto sul fatto che abbiamo poco tempo».

Cosa può fare l’Italia e il nuovo governo per la biodiversità?
«Intanto deve fermare il decreto Matteoli, e farlo molto urgentemente. Purtroppo prima di tutto il nuovo governo deve riparare i danni fatti dal precedente. Subito dopo dovrà cominciare a ragionare in un’ottica un po’ diversa: deve riuscire a capire che l’ambiente non si salva solo con le aree protette. O si fa un ragionamento complessivo sulle politiche integrate per le economie dell’ambiente oppure con le aree protette non risolviamo niente: siamo fra quelli che stanno facendo peggio per Kyoto, siamo messi male per le politiche dei rifiuti e rispondiamo all’alto costo energetico solo cercando altre fonti di energia spesso non rinnovabili o non ambientalmente utili. Per esempio si parla tanto delle biomasse: è vero che inquinano molto meno, ma in fatto di anidride carbonica hanno lo stesso impatto sull’ambiente che ha il carbone. Bisognerebbe invece aumentare l’efficienza energetica modificando l’economia e mi fa piacere che nei giorni scorsi queste stesse cose le abbia dette un politico americano: Al Gore…».

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