[20/04/2009] Energia

Il nucleare cinese di terza generazione parla americano

LIVORNO. Il Global Times, il nuovo giornale internazionale in lingua inglese di Pechino, lanciato con un grande battage pubblicitario dal Quotidiano del Popolo dopo 6 mesi di preparazione, è nato per coprire l’attualità mondiale mettendo in chiaro il punto di vista cinese sulle più importanti questioni internazionali e non a caso uno degli articoli principali riguarda il nucleare.

Il Global Times dà con grande rilievo la notizia dell’inizio della costruzione in Cina di reattori nucleari di terza generazione ad acqua pressurizzata AP 1000 che utilizzano tecnologia dell’americana Westinghouse. I lavori del primo reattore sono iniziati nell’impianto nucleare di Sanmen (nella foto), nella provincia orientale dello Zhejiang.

Dando il 19 aprile l’avvio ufficiale alla prima fase del progetto Sanmen nuclear power plant, il vice premier cinese Li Keqiang ha chiesto «un maggior impegno per lo sviluppo di nuove energie per garantire la sicurezza energetica del Paese e promuovere la crescita economica. L´innovazione è la chiave per lo sviluppo dell´energia nucleare. Le imprese devono adottare tecnologie avanzate e potenziare l´auto-innovazione». Un’auto-esortazione, visto che il nucleare cinese saldamente nelle mani dello Stato e del regime comunista che lo circonda con un impenetrabile segreto.

Si tratta del primo reattore di questo tipo e l’intero progetto verrà realizzato in tre fasi, con un investimento di oltre 40 miliardi di yuan (5,88 miliardi di dollari) stanziato solo per la prima fase che comprende due unità da 1,25 milioni di kw ciascuna. La prima unità di produzione di elettricità dovrebbe entrare in funzione nel 2013, la seconda, nel 2014. Due dei quattro reattori verranno installati a Sanmen e due a Haiyang, nello Shandong. Alla fine saranno installati 6 reattori.

Zhang Guobao, vice ministro della Commissione per lo sviluppo e la riforma e della Amministrazione nazionale per l’energia, spiega sul Global Times che «E’ il più grande progetto di cooperazione energetica tra la Cina e gli Stati Uniti. Contribuirà all’utilizzo pacifico dell´energia da parte dell’uomo».

La verità è molto più prosaica: nel 2003 la Cina ha lanciato un bando internazionale per la costruzione di centrali nucleari di terza generazione alla quale hanno partecipato grandi imprese straniere come Westinghouse, Areva per la Fancia e AtomStroy per la Russia. Hanno vinto gli americani e la Cina ha firmato nel 2006 un protocollo d’intesa con George W. Bush che permette l’importazione di tecnologie nucleari di terza generazione. Nel luglio 2007 la Repubblica popolare Cinese e la Westinghouse technology corporation hanno firmato l’accordo definitivo per l’acquisto di 4 reattori ad acqua pressurizzata e che prevede anche il trasferimento di tecnologia alla Cina.

Naturalmente William Poirier, vice presidente della Nuclear power plants China of Westinghouse electric company si è detto certo della bontà del sistema di sicurezza nucleare cinese e della sua rigorosa opera di vigilanza: «La Cina può replicare l´esperienza delle centrali nucleari e tecnologie di terza generazione e costruire di più di questi impianti».

La Cina ha oggi 11 reattori nucleari di seconda generazione in 6 centrali, tutte sulla costa orientale e che sfruttano tecnologie cinesi, francesi, russe e canadesi, per una potenza installata di 9,07 milioni di kw, ma per soddisfare la sua rapida crescita economica dice di averne bisogno di almeno 40 milioni di kW entro il 2020, che sarebbero comunque solo il 4% dell’elettricità consumata nel Paese, il doppio del 2% odierno.

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