[20/04/2009] Energia

La geotermia toscana sempre più sostenibile, firmato l´accordo Regione-Enel

LIVORNO. Grazie all’accordo firmato oggi tra Regione ed Enel infatti si dà avvio al protocollo che detta i nuovi paletti entro cui confinare lo sviluppo dell’attività geotermica, che dovrà garantire un riassetto più sostenibile dell’area interessata e studiare e applicare le migliori tecnologie in grado di mitigare l´impatto ambientale dello sfruttamento geotermico. L´accordo volontario attuativo sulla geotermia fa seguito all´intesa firmata a Roma nel dicembre 2007 e fissa in 650 milioni di euro le risorse complessive che Enel dovrà mettere a disposizione agli enti locali interessati dall’attività geotermica e investire nella ricerca, da qui al 2024. La firma di oggi dà il via libera ad una prima tranche da 170,3 milioni di euro, 88,3 dei quali destinati ai 15 comuni toscani sul cui territorio insistono impianti geotermici e 82 che andranno a finanziare sia il progetto di riassetto dell´area di Piancastagnaio, che lo studio delle migliori tecnologie disponibili.

«Vorrei sottolineare il carattere innovativo del protocollo attuativo – ha spiegato l’assessore all’ambiente e all’energia Anna Rita Bramerini – che è stato costruito attraverso un confronto con tutte le amministrazioni locali interessate e frutto di un lavoro di approfondimento, verifica e messa in pratica delle migliori soluzioni per affrontare i problemi che lo sfruttamento geotermico ha presentato in questi anni. In particolare si sperimenteranno nuove tecnologie per ridurre le emissioni di anidride carbonica e, grazie alla ricerca, si studierà la possibilità di sfruttare l’energia geotermica a temperature più basse e quindi a minore impatto ambientale».

L´accordo prevede infatti che Enel realizzi interventi in campo ambientale e recepisce quindi tutte le raccomandazioni dettate dai ricercatori dell´Università di Siena, autori del recente studio commissionato dalla Regione stessa. Altre centrali (in aggiunta alle attuali 19) delle 31 in esercizio, saranno dotate di filtri Amis, capaci di abbattere le emissioni di mercurio e idrogeno solforato. Entro un mese l´Agenzia regionale per la protezione dell´ambiente darà l´avvio al piano per il monitoraggio delle emissioni, a partire da quelle (ammoniaca e acido borico) per le quali la legge non fissa limiti. Enel progetterà e realizzerà, d´intesa con gli enti locali e con la stessa Arpat, un sistema di monitoraggio dotato di sensori e schermi informativi a servizio dei cittadini.

Apprezzamenti per l’accordo raggiunto anche da parte del consigliere regionale dei Verdi Fabio Roggiolani, che negli ultimi mesi era stato protagonista del dibattito sulla geotermia, opponendosi alla bozza originaria dell’accordo e proponendo una serie di correttivi che evidentemente oggi considera approvati: «Rispetto alla bozza a cui ci opponemmo oltre un anno fa – ha dichiarato Roggiolani – l’accordo siglato oggi presenta alcune modifiche sostanziali che lo rendono un fatto innovativo e, se applicato con correttezza, positivo».
Il primo cambiamento è la durata del protocollo «che ne fa uno strumento più duttile rispetto al precedente; con una durata di dieci anni inferiore come tempi. Il secondo elemento – continua Fabio Roggiolani - è che non si prevede più l’automatico rinnovo delle concessioni, ma la vera rivoluzione è la parte riguardante la ricerca tecnologica, che sarà finanziata da Enel ma decisa da un gruppo misto composto da Regione Toscana ed Enel stessa, che si avvalga anche di esperti esterni, e che punti a recuperare la CO2 per usi alimentari ed industriali e per quella via giungere al definitivo abbattimento di ogni altro inquinante; affinché si salvaguardino le risorse idriche, la rinnovabilità della risorsa e la salute dei cittadini amiatini».

Infine da Roggiolani un messaggio ai cittadini dell’Amiata: «Oggi mi assumo la responsabilità di dire che se il protocollo viene applicato nella parte relativa alla ricerca e alla riconversione radicale della geotermia, siamo di fronte a un bel giorno per le popolazioni dell’Amiata. Se così non sarà, proseguirò nella mia lotta riguardo a una possibile fine tout court della geotermia sull’Amiata. I Comitati fanno bene a non fidarsi, svolgono la loro funzione democratica; a me – ha concluso Roggiolani – è parso in questa occasione di poter imprimere la vera svolta possibile per una geotermia sostenibile».

Del resto il Piano di indirizzo energetico regionale prevede uno sviluppo ulteriore dello sfruttamento geotermico per 200 megawatt di potenza installata. Nell’area geotermica cosiddetta tradizionale, con al centro Larderello, è concentrato quasi il 90% della produzione totale, con 702 MegaWatt di potenza installata su un totale regionale di 783. Delle 31 le centrali geotermiche attive in Toscana, 5 si trovano sull´Amiata, per una potenza installata di 88 MW. Considerando tutte le fonti energetiche la geotermia garantisce in Toscana il 27% della produzione elettrica totale e l’87,5% della produzione elettrica da fonti rinnovabili. Gli interventi previsti sull´Amiata riguardano il riassetto dell´area di Piancastagnaio, con l´immediata chiusura della centrale di PC2 e la reazlizzazione di un nuovo termodotto per garantire calore alle serre di Floramiata.

Entro 90 giorni Enel si è impegnata a presentare un progetto che tenga conto delle migliori tecnologie disponibili per ottenere l´abbattimento delle emissioni delle torri delle centrali per minimizzare la presenza di boro nelle acque di deflusso. Saranno adottati accorgimenti per evitare anche le fuoriuscite accidentali di fluidi geotermici durante la manutenzione degli impianti.
Per le centrali dell´Amiata Enel e Regione Toscana attiveranno un tavolo tecnico che assicurerà l’attuazione, secondo un cronogramma di interventi da definire entro un mese della chiusura mineraria dei pozzi, siano essi produttivi che adibiti alla reiniezione, non più utilizzabili; la demolizione con bonifica delle infrastrutture in disuso come vapordotti, acquedotti, separatori e/o silenziatori di piazzola relativi a pozzi chiusi minerariamente; l´implementazione dell’efficacia dei sistemi di abbattimento Amis, attraverso lo sviluppo di nuove tecniche in grado di abbattere i contaminanti residui che escono dalle torri con la corrente di processo aeriforme, secondo i tempi indicati nel piano di ricerca; il supporto tecnico al monitoraggio della qualità dell’aria da parte di Arpat effettuato con stazioni di rilevamento automatico ubicate nei centri abitati in prossimità delle centrali geotermoelettriche Enel; il bio-monitoraggio ambientale lungo le direttrici dei venti prevalenti, a partire dal confine delle centrali fino ai siti di massima ricaduta previsti dalla modellistica di trasporto degli inquinanti, per verificare l’efficienza dei sistemi di mitigazione; la messa in opera di un monitoraggio stagionale dei markers geochimici delle attività geotermiche sia nelle acque di scorrimento superficiale che in quelle di falda, secondo un reticolo di stazioni di campionamento predeterminato e idoneo a tenere in debito conto le peculiarità geologiche e geochimiche del territorio; la valutazione tecnica sulla necessità di un sistema di monitoraggio delle deformazioni del suolo in continuo tramite l’istallazione di una rete integrata di sensori.


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