[22/04/2009] Energia

Nucleare, nel 2008 nessuna nuova centrale è entrata in funzione, ma ElBaradei guarda alle nuove commesse

LIVORNO. Nel suo intervento introduttivo della “International ministerial conference on nuclear energy in the XXI century” che termina oggi a Pechino, il direttore dalla International atomic energy agency (Iaea) Mohamed ElBaradei (nella foto) ha sottolineato che «Il 2008 è stato un anno un po’ paradossale per l´energia nucleare. E’ stato il primo anno dal 1955 in cui nemmeno un reattore nucleare è entrato in funzione, ma ha visto anche l’inizio della costruzione di non meno di 10 nuovi reattori. Si tratta del numero più elevato dal 1985, l´anno prima della catastrofe di Cernobyl. Attualmente sono in funzione 436 reattori nucleari in 30 paesi. Gli obiettivi di crescita sono stati innalzati in maniera significativa in Cina, in India e nella Federazione russa. L´Asia rimane il fulcro della crescita del nucleare. Dei 10 reattori la cui costruzione è iniziata nel 2008, otto sono in questa regione, 6 dei quali in Cina.
Negli Stati Uniti, la Nuclear regulatory commission ha ricevuto richieste di licenze per 26 nuovi reattori. In Europa, l´Italia ha intenzione di riavviare il proprio programma nucleare, mentre il governo svedese ha proposto di abbandonare i piani per eliminare gradualmente l´energia nucleare e realizzare la sostituzione dei reattori. Anche altri Paesi europei hanno piani di espansione».

Va anche detto che le richieste Usa sono state praticamente bloccate dalla decisione di Barack Obama di non finanziare nuovi impianti nucleari e senza fondi pubblici l’industria dell’atomo ha scarse possibilità di autosostenersi.

«Nel complesso, la sicurezza è molto meglio di quanto non fosse 10 anni fa, ma abbiamo ancora delle vulnerabilità per la salute e in materia di sicurezza, anche nei Paesi con significativi programmi nucleari. In alcuni Paesi si vede una preoccupante combinazione di vecchi reattori che sono mal gestiti o sottofinanziati e regolamentazioni deboli. Questo deve essere affrontato. È nel nostro interesse far sì che i più alti standard di sicurezza siano rispettati ovunque. Una forte attenzione sulla salute e la sicurezza dovrebbe essere considerata come un fattore abilitante per lo sviluppo dell´energia nucleare, piuttosto che come ostacoli. Nuove idee e il pensiero innovativo per affrontare le sfide alla sicurezza nucleare e la sicurezza dovrebbero essere incoraggiati».

Per quanto riguarda la possibilità di utilizzare l’uranio arricchito per fabbricare la bomba atomica, ElBaradei non si fida molto delle assicurazioni che circolano, visto che Paesi come l’Iran od altri «potrebbero sviluppare armi nucleari entro un breve lasso di tempo se uscissero fuori del Trattato di non proliferazione o avviassero programmi clandestini. Questo a mio parere è anche uno stretto margine di sicurezza. Questi Paesi possono non avere intenzione di realizzare mai le armi nucleari, ma che possono cambiare rapidamente idea se la loro percezione dei rischi per la loro sicurezza nazionale si modificasse. E la percezione di sicurezza, come sappiamo, può cambiare molto rapidamente».

Poi il presidente dell’Iaea ha ricordato (con una certa polemica verso chi ha rilanciato l’idea) «da diversi anni sono favorevole alla creazione di meccanismi di multinazionali per garantire l´accesso per tutti i Paesi al combustibile nucleare e alla tecnologia dei reattori, come previsto nello Statuto dell´Iaea. Importanti progressi sono stati compiuti di recente su una serie di proposte, compresa la creazione di una banca del carburante gestita dall’Agenzia e una proposta russa per garantire l´approvvigionamento di uranio debolmente arricchito all´Iaea. Spero di presentare proposte in merito al Consiglio Iaea a giugno. In ultima analisi, rimango convinto che un approccio multinazionale per l´intero ciclo del combustibile, compreso il back-end, ha un grande potenziale per facilitare un ampio uso sicuro dell´energia nucleare per scopi pacifici e la riduzione dei rischi di proliferazione».

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