[22/04/2009] Energia

L´Europarlamento chiede maggiore sicurezza per gli impianti nucleari

LIVORNO. Attualmente 15 dei 27 Paesi dell’Ue producono energia nucleare, che copre circa un terzo del fabbisogno elettrico dell’Unione, livello che si potrebbe accrescere nonostante la rinuncia al nucleare di alcuni Paesi.
La direttiva proposta realizzzerebbe un quadro comune di sicurezza nucleare nell’Ue: gli Stati membri dovrebbero stabilire un quadro regolamentare e legisativo bassato sulle migliori pratiche disponibili a livello europeo e internazionale.

Il rapporto consultivo, proposto dal popolare svedese Gunnar Hökmark, è stato approvato con 511 voti a favore, 116 contrari e 36 astensioni.
Secondo gli europarlamentari «Per la scelta del sito, la progettazione, la costruzione, il funzionamento, la messa in servizio e lo smantellamento degli impianti nucleari, gli Stati membri dovranno mettere in opera i principi fondamentali e le lineee direttrici per la sicurezza dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (il che dovrebbe già accadere, ndr) ed applicare gli obblighi della Convenzione sulla sicurezza nucleare».

Questo non vieta ai singoli Paesi di prendere misure di sicurezza più stringenti.
L’impressione è quella di una certa vaghezza e della riaffermazione di impegni già esistenti, forse per togliere dagli impicci quei Paesi che hanno qualche problema di sicurezza ed ocbsolescenza nucleare.

Forse anche per questa “vaghezza” del testo proposto, gli euuroparlamentari hanno chiesto di aggiungere un annesso dettagliato sui principi di sicurezza ed hanno sottolineato che per proteggere i lavoratori e la gente dagli «effetti nefasti dell’irradiamento ionizzante, le installazioni nucleari dovranno essere sfruttate in modo da ottenere il più alto livello di sicurezza che sia ragionevolmente possibile raggiungere, tenendo conto dei fattori economici e sociali».

Gli Stati membri dovranno garantire l’indipendenza reale degli organismi di controllo durante lo svolgimento dei compiti affidati loro dalla direttiva prevede che «Gli organismi di controllo siano giuridicamente distinti e funzionalmente indipendenti da tutte le altre entità pubbliche o private, in particolare da quelle che hanno la missione di promuovere, sfruttare impianti nucleari o di dimostrarne i benefici sociali e da onbi influenza che possa danneggiare la sicurezza». Resta da capire come questo sarà possibile in impianti spesso coperti da segreto di Stato e in alcuni casi con implicazioni di carattere militare.

Inoltre «Il personale dell’organismo di controllo e le persone incaricate della sua gestione agiscono indipendentemente da ogni interesse commerciale e non sollecitano né accettano istruzioni dirette da alcun governo od altra entità pubblica o privata nell’esecuzione dei compiti di controllo».

L’Autorità di controllo (che a questo punto non si capisce in base a quali scelte verrà individuata) dovrà effettuare indagini sulla sicurezza nucleare e, nel caso che questa non fosse garantita, dovrà poter sospendere le attività e ritirare i perrmessi di operatività di una centrale nucleare.

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