[22/04/2009] Rifiuti

A regime la Tap tratterà 200mila tonnellate di rifiuti generati dalla Lucchini

PIOMBINO. All’inaugurazione della piattaforma polifunzionale per la produzione di miscele idrauliche catalizzate Tap, che è avvenuta oggi a Piombino, nell’area adiacente alla discarica di Ischia di Crociano la soddisfazione da parte delle istituzioni presenti non era soltanto di maniera.
«E’ una tappa importante per la provincia di Livorno - ha sottolineato l’assessore Anna Maria Marrocco - e ci auguriamo che questa piattaforma rappresenti anche un elemento di interesse per la regione Toscana».

Il percorso che ha portato alla realizzazione della piattaforma Tap fu infatti avviato oltre un decennio fa, con l’inserimento dell’impianto nella legge regionale (la 25/98, poi modificata nella 61/2007) nello stralcio relativo alla gestione dei rifiuti speciali ed ha fruito dei fondi Docup per il 50% delle risorse necessarie alla sua realizzazione.

Oggi l’assetto societario di Tap è costituito dal 24,9% delle azioni di proprietà della Lucchini ed il resto di Asiu spa che già deteneva il 5% e che ha ottenuto circa un anno fa tutte le azioni detenute dal comune di Piombino.

A regime l’impianto avrà una capacità di trattamento di 360mila tonnellate anno di materiali provenienti per una quota pari a circa 200mila tonnellate dai rifiuti generati dalle acciaierie Lucchini, tra cui loppe, polveri e fanghi di altoforno, polveri e scorie di acciaieria.
«A regime potranno essere anche oltre le 200mila tonnellate le quantità che provengono dalla Lucchini, intanto la piattaforma potrà assolvere agli obblighi di processare la produzione corrente» ha detto Francesco Semino, consigliere di amministrazione della Tap e responsabile relazioni esterne dell’acciaieria piombinese.

Ma intanto Tap potrà cominciare a trattare anche le quantità che sono in giacenza all’interno della fabbrica?
«Le giacenze, se si escludono i materiali all’interno delle aree sequestrate, sono poche»

Sulle aree sequestrate ci sono novità?
«Appena sarà sbloccata la questione legale noi abbiamo già pronto un progetto per arrivare alla necessaria bonifica, ma sino a che non si sarà conclusa quella fase non possiamo fare niente e le aree sono ancora sotto sequestro».

Si prevede la possibilità di trattare anche materiali che provengono da altre aree, extra Piombino, intendo?
«Sui materiali da fuori si tratta di capire che tipo di materiali sono, non tutto può essere processato dalla Tap. Comunque una volta che l’impianto sarà a regime, se vi sarà ancora capacità di trattamento si potrà valutare, ma dopo un’attenta analisi di cosa potrà entrare per garantire le caratteristiche dei prodotti in uscita».

Alla Tap erano previsti, per essere trattati, anche una parte dei rifiuti che sarebbero dovuti giungere a Piombino dalla colmata di Bagnoli, nell’ambito di un accordo di programma tra le istituzioni locali e nazionali, ma «l’accordo è fermo, perché ancora non ci sono le garanzie da parte dei due ministeri Ambiente e Sviluppo, sulle risorse finanziarie» ci ha confermato l’assessore all’ambiente della Regione Toscana, Anna Rita Bramerini presente all’inaugurazione della Tap e «comunque-ha aggiunto l’assessore- non sarebbe più previsto l’arrivo della colmata ma di altri materiali che ci garantirebbero operazioni semplificate di controllo».

Sembra fermo anche il processo che prevedeva di far partire la bonifica dell’area industriale di Piombino, inserita nell’elenco del programma nazionale, con l’opportunità offerta dall’articolo 252 bis, (inserito nella revisione del testo unico 152/2006) di accelerare le bonifiche laddove è già prevista una successiva fase di deindustrializzazione.

«Sto aspettando d’incontrare il nuovo direttore generale del ministero Ambiente per capire quali saranno le prospettive - ha detto l’assessore Bramerini - al momento sappiamo solo che i fondi inizialmente previsti dalla delibera Cipe, che ammontavano a circa 3 miliardi si sono notevolmente ridotti e che tutto è stato ricondotto alla Presidenza del Consiglio».

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