[29/04/2009] Urbanistica

Piano Casa alle strette finali, ma fa ancora acqua

LIVORNO. Il Ministro Raffaele Fitto ha convocato per oggi pomeriggio alle 17, la Conferenza unificata per discutere della bozza di decreto legge sulla semplificazione normativa per il rilancio dell’edilizia, il cosiddetto piano casa, che consente di aumentare del 20% le cubature delle abitazioni residenziali e del 35% in caso di demolizione e ricostruzione, che se anche fosse trovato l’accordo rischia comunque di slittare, dato che il Governo non lo ha ancora inserito all’ordine del giorno del consiglio dei ministri di domani. Il rischio che l’accordo non venga trovato non è così peregrino, dato che sembrano ancora diversi gli argomenti al centro del dibattito, nonostante l’aplomb dimostrato dal presidente della conferenza delle regioni, Vasco Errani, che riguardo alle indiscrezioni uscite qualche giorno fa, rimandava al vaglio del testo prima di una pronuncia ufficiale.

La bozza di decreto su cui discuteranno oggi i rappresentanti della conferenza unificata è frutto dell’intesa raggiunta il primo aprile scorso, in base al quale le Regioni si sono impegnate ad adeguarsi, entro 90 giorni e con proprie leggi, ai contenuti del decreto e lavoreranno col Governo a uno studio di fattibilità per reperire risorse da dirottare sull´edilizia pubblica. Ma dopo l’accordo raggiunto il drammatico evento del terremoto in Abruzzo ha posto la necessità di porre maggiore attenzione al nodo dei criteri antisismici in edilizia. Da più parti sono infatti arrivate richieste per inserire nel piano-casa misure ad hoc, ma quelle introdotte dal governo non sembrano convincere sino in fondo le regioni, come anche altre questioni relative alle competenze. Di fatto, dopo il sisma, il piano-casa non è più tornato in Consiglio dei ministri e a quanto sembra non ci sarà nemmeno domani.

Tra le questioni al centro del dibattito quella relativa alla dichiarazione, che il Governo vorrebbe rendere obbligatoria, del progettista sul rispetto della normativa vigente per ogni intervento da realizzare. Disposizione che secondo le Regioni, oltre ad essere un doppione rispetto all’autorizzazione rilasciata dal Genio Civile, non denota con chiarezza i controlli e le responsabilità degli uffici competenti, comportando un aggravio nelle responsabilità dei professionisti.

Sarà responsabilità del progettista, secondo la bozza governativa, anche le dichiarazioni di nullità dei contratti di compravendita stipulati senza il collaudo statico e le prove documentali sul rispetto delle norme antisismiche, necessarie per ottenere qualsiasi premio di cubatura.

Sulle misure antisismiche, mancherebbero, secondo le regioni, i riferimenti a controlli e verifiche sulla costruzione degli edifici ed è criticato anche il silenzio assenso delle Soprintendenze così come e la possibilità di rimettere le decisioni al potere politico in caso di contrasti.

Verranno invece totalmente liberalizzati alcuni interventi, per cui non sarà necessario né il permesso di costruire né la Dia, che non riguardino elementi strutturali e non comportino l’aumento delle unità immobiliari, ma che non è detto che potrebbero ugualmente mettere a rischio la statica dell’edificio.

Norme fortemente criticate dal mondo ambientalista, che hanno sottolineato che aumentare i i volumi dei complessi abitativi, a fronte del gran numero di case sfitte o disabitate da ristrutturare, oltre ad un consumo di suolo equivale ad un incremento delle emissioni di anidride carbonica.
Critiche cui il Governo ha indirettamente risposto a Siracusa, durante il G8 ambiente, con l’impegno a valorizzare il bonus del 55% sulle ristrutturazioni e gli interventi per l’aumento delle cubature operati secondo il risparmio energetico e la bioedilizia.

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