[29/04/2009] Vivere con cura di Marinella Correggia

Biciclette parlanti

RIETI. Autonoma, Bella, Comunitaria, Democratica, Egualitaria, Filosofica, Gratuita, Igienica, Lieta, Modesta, Nonviolenta, Olistica, Pacifista, Quieta, Risparmiosa, Silenziosa, Turistica, Umana, Vantaggiosa, Zigzagante. E anche: Antinvecchiamento, Benemerita, Coerente, Duratura, Ecologica, Frusciante, Gentile, Inodore, Lieve, Modesta, Politica, Ringiovanente, Salutare,Tempestiva, Utile, Veloce. Quale altro oggetto oltre alla bici può vantare tante virtù e nessun difetto?

Antichissimo oggetto del futuro – ecologica nel funzionamento ed egualitaria perché accessibile a prescindere dal reddito - la bicicletta è nel suo uso quotidiano e nella sua stessa immagine un simbolo di impegno per un cambiamento verso un modello di vita e di organizzazione ecologico ed equo (Diverso è per le bici da corsa agonistica).
“La rivoluzione non sarà motorizzata” dice uno slogan della Critical Mass, che è il modo più evidente di usare le due ruote a pedali come strumento politico…con una marcia in più rispetto alle ordinarie manifestazioni. Se ne sono visti molti altri. Ad esempio, durante le proteste pacifiste contro i conflitti per il petrolio e il controllo strategico (guerra in Iraq, guerra in Kossovo, guerra in Afghanistan per citarne alcune) alcuni gruppi della rete Lilliput proposero che le manifestazioni avvenissero in bici, per marcare il nesso fra bombe e modelli di trasporto (e di vita).
Nei mesi scorsi, in India, il gruppo d’azione “Switch on” fondato da Vinay Jaju ed Ekta Kothari ha organizzato un tour in bici attraverso varie città indiane per sensibilizzare la popolazione e i governanti rispetto al problema di un modello energetico sempre fortemente basato sul carbone e sui combustibili fossili. Ecco cosa ci scrive Vinay: “E’ ovvio che l’India, che totalizza il 17% della popolazione del mondo (ma solo il 3,5% del consumo di energia) abbia bisogno di energia. Ma quale energia è equa e sostenibile? Il governo prevede di aumentare la produzione di elettricità dal 160.000 Megawatt a 800.000 entro il 2031. In gran parte da carbone. Con grandi costi sociali per i lavoratori e la cittadinanza, per l’agricoltura e l’acqua, con il rischio di finire le riserve in 30-40 anni, e con un orrendo circolo vizioso: anche il carbone dell’India contribuirà al riscaldamento climatico che poi ricadrà sulla testa proprio di paesi come l’India…”. In bici, per segnare una delle alternative possibili, un gruppo di persone ha attraversato le comunità colpite dall’estrazione di carbone (e dal suo uso), ha fatto foto e video per una mostra e ha incontrato le istituzioni. Deducendone che c’è consapevolezza ma non azione e che “l’azione politica ci sarà solo se ci sarà una domanda di massa”.
Ma anche in Italia c’è chi lancia messaggi chiari dalla sua bici quotidiana. Una è Mercedes, ad esempio. Spagnola di origine, in Italia da decenni, militante ecologista e impegnata in Lombardia in Oltreilconfine, associazione che promuove la diffusione delle cucine solari in Italia e nel Sud del mondo, e nella campagna spegni lo spreco (www.spegnilospreoco.org) per la diffusione di tecnologie semplici ed ecologiche nel Nord e nel Sud del mondo, saggezze parallele da (ri)acquistare. La sua divisa da bici prevede questo cartello (vedi foto): “In bici saresti già arrivato”. Lo metteva anche a Madrid 20 anni fa. Le reazioni degli automobilisti circostanti ci sono, eccome. Ecco alcune delle frasi che le rivolgono: “Va’ a fare la calza dai...!”; “Brava!”; “Pericolo pubblico!”; “Vaffa...!”; “Sei un´eroina, in mezzo al traffico!”; “Troppo bello!”; “Stai rischiando la pelle!”; “Imbecille!”; “Che coraggio!”.

Siamo sicuri che se il 20% dei ciclisti quotidiani italiani indossasse insieme al casco simili cartelli, l’effetto comunicazione sarebbe certo. Una sana pubblicità!

Torna all'archivio