[30/04/2009] Aria

Clima: le buone previsioni del Major economies meeting

WASHINGTON. Dai rappresentanti dei 17 Paesi che contribuiscono maggiormente al cambiamento climatico, riuniti dal dipartimento di Stato Usa, sono giunti segnali che indicano che queste nazioni sono più disposte a prendere in considerazione importanti cambiamenti di direzione di quanto non fossero disposte a farlo pochi mesi fa.

Il cambiamento nell’amministrazione Usa ha avuto un vasto impatto sul clima atmosferico, convertendo le major economies - “chiacchiere” del presidente George W. Bush nello sforzo del presidente Barack Obama di instillare una maggiore urgenza nei prossimi negoziati di Copenhagen, incoraggiando le più grandi nazioni del pianeta a svolgere un costruttivo ruolo di leadership.

Il fatto che l’amministrazione Obama, in tre mesi, abbia già adottato una serie di azioni volte a stimolare una politica climatica interna degli Usa gli dà un livello di credibilità internazionale che Bush non è stato in grado di ottenere in 8 anni alla Casa Bianca.

Rispetto a Washington, la politica energetica è in via di sviluppo ancora più rapido a Pechino.

Recentemente la Cina ha intensificato i suoi sforzi nazionali tendenti a migliorare l´efficienza energetica, compresa la mobilitazione massiccia di incentivi economici, e il Paese sta aumentando i suoi grandi sforzi per diventare un leader mondiale nel trasporto dell’energia elettrica e nell’energia solare. Un leader accademico cinese con stretti legami col governo ha recentemente suggerito che potrebbe essere vicino il giorno in cui la Cina potrà stabilire dei limiti alla crescita delle proprie emissioni di gas serra.

In India, nonostante la confusione delle elezioni nazionali attualmente in corso, il governo ha cominciato ad arricchire il suo Piano d´azione nazionale in materia di cambiamento climatico, mettendo una maggiore enfasi sul miglioramento dell´efficienza energetica, in particolare per gli edifici. Come la Cina, l´India ha integrato il clima nel suo Piano di sviluppo e punta all’energia solare, un grande paese per una singola risorsa, come una priorità strategica economica. Shyam Saran, inviato per il clima del primo ministro indiano, ha avuto incoraggianti colloqui con Todd Stern, il suo omologo a Washington, e dice che l´India è pronta a fare di più.

Probabilmente non ci sono state grandi innovazioni in questo primo meeting delle major economies da quando il presidente Obama è entrato in carica. Ma la crescita del dialogo tra questo piccolo gruppo di Paesi che rappresentano la grande maggioranza del problema climatico, sarà immensamente importante per spianare la strada a Copenhghen in autunno. Se queste nazioni convinceranno le altre che una post-carbon economy è possibile e che i benefici economici andranno a quei Paesi che arriveranno per primi a vincere la loro riluttanza daranno un segno forte dell’avvio di un new climate deal

* presidente del Worldwatch Institute

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