[08/05/2009] Comunicati

Quale è l´impatto ambientale del settore audiovisivo? I francesi provano a capirlo con EcoProd

LIVORNO. L’ambiente è sempre più presente in televisione e al cinema ma ora ci si comincia ad interrogare su quale sia il peso ambientale di questa presenza. A farlo ci prova una nuova struttura francese, “Ecoprod” che associa produttori, diffusori e altre organizzazioni del settore audiovisivo che si impegnano a trovare uno strumento per migliorare e valutare le loro pratiche dal punto di vista ambientale.

Il progetto è stato avviato qualche giorno fa da imprese e istituzioni come l´Agence de l´environnement et de la Maîtrise de l´energie e i canali televisivi F1 e France 5, con l’obiettivo di sensibilizzare i professionisti del settore.

Gilles Maugars, responsabile dello sviluppo sostenibile di TF1, dice su Novethic: «In quanto media, non possiamo giocare il nostro ruolo di sensibilizzazione dell’opinione pubblica senza preoccuparci del modo in cui vengono prodotti i nostri programmi» .

EcoProd è anche un sito web (per ora poco più di una schermata ) che entro poche settimane offrirà strumenti e consigli per migliorare le pratiche ambientali per quel che riguarda il trasporto di persone e materiale, le scenografie, il catering, la post-production… Ci saranno anche testimonianze ed esempi di aziende che hanno cambiato le loro pratiche in senso ambientale. E’ il caso per esempio della famosa serie 24 della Fox che da 2 anni ha preso l’impegno di essere carbon neutral. EcoProd prevede anche di sviluppare un calcolatore per determinare l’impronta ecologica di una fiction o di un telegiornale.

Catherine Puiseux, coordinatrice delle relazioni esterne di TF1, spiega che «Questo sito è pensato come una piattaforma di condivisione per un lavoro collaborativo dove ognuno potrà spiegare ciò che ha fatto in termini di sviluppo sostenibile. Insieme al sito web, EcoProd pensa di mettere in campo gruppi di lavoro per identificare e proporre soluzioni alternative.

Per ora, come sottolinea anche Novethic, si tratta solo di buone intenzioni: l’unico film francese girato tenendo conto di criteri ambientali è stato Lady Blood dell’Alterego films.

Il bilancio ambientale dei 1.000 episodi di “Plus belle la vie” di France 3 è abbastanza impressionante: 70 000 litri di benzina e un milione di kWh consumati, oltre un milione di km percorsi dai mezzi della produzione… Eppure questa fiction si è meritata recentemente i complimenti dell’Association santé environnement France per un episodio che si occupava dell’inquinamento dell’acqua con il Pcb.

Le difficoltà non mancano e Ecoprod parte con un atteggiamento pragmatico: non esiste nessuna data fissa per la messa in opera degli strumenti e delle iniziative necessari per rendere le attività audiovisive ecologicamente compatibili.

Il problema è anche quello di riuscire a mobilitare intorno ai temi ambientali un comparto professionale dell’audiovisivo e della cinematografia frazionato in Francia in oltre 6.000 imprese che nella stragrande maggioranza non superano i 10 addetti.

Per Corinne Rufet, presidente della commissione film d’Ile-de-France «Questo dovrà passare per la formazione, per campagne di sensibilizzazione e comunicazione e, perché no, per l’inserimento di criteri di sviluppo sostenibile nelle sovvenzioni ai produttori».

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