[12/05/2009] Trasporti

Rapporto sulla mobilità: nel 2008 il trasporto pubblico locale batte l´auto

LIVORNO. «Non uccidere il bambino in culla», bisogna sostenere con una vera politica industriale di sviluppo del trasporto pubblico la crescita del processo embrionale di riequilibrio modale messa in luce dal Rapporto sulla mobilità. Lo ha detto Marcello Panettoni, presidente di Asstra, rivolgendosi al decisore politico - a chi decide insomma come investire le risorse pubbliche, a chi trasferisce le risorse o le risorse le trattiene, che si chiami Stato, Regione o ente locale – al termine della tavola rotonda che ha fatto seguito all´illustrazione del VI rapporto sulla mobilità urbana presentato a Napoli dall´associazione che riunisce le aziende del trasporto pubblico locale.

I numeri del trasporto urbano infatti, nel 2008 sono stati molto buoni: nonostante la crisi la ricerca documenta una dinamica di crescita della mobilità urbana in continua espansione anche nell´anno 2008, tanto che in un giorno medio feriale del 2008 il numero di spostamenti complessivi effettuati dalla popolazione italiana (14-80 anni) ha raggiunto i 128 milioni, il valore più alto dal 2000. Rispetto al 2007 la crescita è stata pari a +3,6%, ma la cosa interessante nell’ottima di una mobilità sostenibile è che per quanto riguarda le scelte modali effettuate dagli italiani, si legge nel rapporto, «il 2008 è stato un anno per certi versi "straordinario" molto positivo per il mercato del trasporto pubblico urbano, come d´altra parte lo era stato il 2007: più passeggeri trasportati e mezzi pubblici che nel 2008 battono per la prima volta l´automobile, che, nonostante il crollo delle immatricolazioni, porta a casa un aumento di viaggiatori del +3% contro un incremento dei passeggeri per il trasporto pubblico pari a +15,1%».

Tra i tanti dati forniti dal dossier, c’è quello relativo alla propensione al cambio modale a favore del TPL che viene segnalata in aumentato: «a fronte di uno "zoccolo duro" di automobilisti, ben il 66,6% della popolazione che si muove verso i grandi centri ammette la possibilità di cambiare abitudini di spostamento e includere nelle proprie scelte di viaggio l´uso del mezzo pubblico, avendo a disposizione aree di sosta attrezzate per lo scambio auto-pullman (28,6%) o auto-treno (26,2%) nel proprio comune di residenza, oppure - ma con meno adesioni - in aree limitrofe al capoluogo (11,8%)».

Si dice più avanti, inoltre, che «tutti e tre i mezzi pubblici di trasporto a vocazione urbana, l´autobus/tram, la metropolitana e (in misura minore) il treno locale, migliorano i giudizi di soddisfazione espressi dagli utenti». In particolare l´autobus risale sopra la sufficienza, seppure di pochissimo (6,03 contro 5,96 del 2007). Anche la quota di intervistati che ha assegnato un voto di soddisfazione tra 6 e 10, che nel 2007 era scesa per l´autobus al 62,1%, si attesta nel 2008 al 64%; più velocità commerciale percepita: migliora anche la velocità media percepita degli spostamenti che nel 2008 ha registrato per i mezzi pubblici un incremento, seppure contenuto, rispetto al 2007 (da 14,1 a 14,8 km/h). E´ un miglioramento lieve, tuttavia molto significativo perché inverte un trend negativo sostanzialmente ininterrotto dal 2003.

Tutto bene quindi anche 2009? «Purtroppo no, ci sono anche delle spine e non sono poche - avverte Carlo Carminucci, direttore scientifico di Isfort nella sua illustrazione del Rapporto sulla mobilità urbana del Convegno nazionale Asstra - Innanzitutto la crescita del trasporto pubblico è a macchia di leopardo. Si approfondisce una doppia linea di divaricazione, la prima tra contesti urbani e la seconda tra circoscrizioni territoriali. Tra i contesti urbani, nel 2008 è apparso evidente come mai negli anni precedenti, quanto il settore del trasporto pubblico urbano sia nel suo insieme trainato dalle aree metropolitane, nei centri minori della provincia, il trasporto pubblico è ridotto ai minimi termini, con uno share di mercato sistematicamente inferiore al 5%.

Infatti, a differenza di quanto accaduto nel 2007, l´avanzata del trasporto pubblico nel 2008 ha interessato soprattutto le grandi città, dove l´incidenza sul complesso degli spostamenti è salita al 29,3% contro il 27,7% dell´anno precedente Mentre l´incidenza dei mezzi collettivi nei piccoli centri è solo il 4% degli spostamenti motorizzati (3,9% nel 2007).Dall´andamento del trasporto pubblico nei centri minori dal 2000 al 2008, emerge la crisi che attanaglia il settore almeno dal 2005 (5,4%), dopo che nel triennio 2002-2004 la quota modale si era mantenuta attorno all´8-9%».

E l’auto? L´andamento dell´auto mostra nelle quote modali una divaricazione nettissima; nelle grandi città le "quattro ruote" assorbono ormai meno del 60% degli spostamenti urbani motorizzati, mentre nei centri con meno di 100mila abitanti il tasso di penetrazione supera anche nel 2008 il 90%, nonostante il ridimensionamento complessivo del peso dell´auto nella mobilità urbana.

L´altra spina nel fianco della mobilità sostenibile del paese, secondo il rapporto, è rappresentata dallo stato dell´offerta del trasporto pubblico. Il Rapporto mette in evidenza, accanto a dei dati di produzione positivi, diversi aspetti economico-finanziari molto problematici: i ricavi, lo si era visto già nel 2007, continuano a crescere meno dei costi - determinati da variabili che non dipendono dal controllo dell´azienda di trasporto (materie prime, servizi, in parte costo del lavoro ecc.); di conseguenza la quota di copertura dei costi operativi da parte dei ricavi da traffico scende al 30,1% (era al 31,3% nel 2003), valore ancora lontano dalla soglia minima del 35% prevista dal legislatore come soglia di "buona salute" del settore; si è inoltre interrotto il trend positivo che aveva portato l´età media degli autobus a livelli quasi europei (7,9 anni nel 2006, salita a 8,1 nel 2007) a causa del rallentamento dei finanziamenti pubblici per il rinnovo delle flotte.

Come si vede, dunque, le potenzialità del TPL sono evidentissime. Investirci significa migliorare la salute dei cittadini contribuendo a rendere l’aria meno inquinata; ridurre il numero degli incidenti; snellire il traffico e quindi ridurre le file e infine abbattere le diseconomie che gli ingorghi creano. Servono altre informazioni ai decisori pubblici per investire sul trasporto pubblico? Secondo noi bastano e avanzano.

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